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Cagliari e dintorni

Il diritto alla bontà nei menù inclusivi

di Enrico Gaviano
Il diritto alla bontà nei menù inclusivi

Da “Noi altri” percorsi gastronomici per celiaci. Francesca di Verì: «L’asporto un punto di forza»

03 maggio 2024
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La parola d’ordine a tavola è inclusione. Fra intolleranze e allergie, oltre scelte vegetariane e vegane spesso diventa difficile riuscire a stare insieme per una colazione o un pasto. A Cagliari sono diversi ormai i locali che offrono la possibilità di cibi per ogni esigenza. “Noi altri, gastronomia inclusiva” e “Verì Pan Café senza glutine” sono due attività diverse tra di loro ma che hanno dato sicuramente spunti molto interessanti per l’utenza cittadina nel campo della celiachia e delle intolleranze.

Da “Gastronomia inclusiva”, in via Pergolesi n. 9, l’inclusione si coniuga in diversi modi. Perché sia nell’asporto che sedendosi ai pochi tavoli presenti davanti ai banchi si possono scegliere due percorsi: quello senza glutine e senza lattosio, e quello invece legato a un’alimentazione normale. Ma all’interno del locale lavorano anche sette persone fragili. «Abbiamo aperto l’attività da appena due mesi – dice William Salis, 44 anni, responsabile di Controvento, centro diurno che sta ad Assemini –. Abbiamo pensato a un progetto sociale che coinvolgesse e desse la possibilità di lavorare anche a persone con alcune disabilità. Così abbiamo creato una coop e dopo aver trovato il posto adatto abbiamo iniziato a cucinare e vendere i nostri prodotti al pubblico».

 «L’attività è nata – spiega Valentina Meloni, 33 anni, presidente della coop – perché c’erano alcuni ragazzi che sicuramente avrebbero avuto la possibilità di autodeterminarsi, avendo uno stipendio. E allora, dopo alcuni tentativi poco fruttuosi con altri datori di lavoro, ecco che abbiamo deciso di avere un nostro punto vendita». «Il progetto cardine verte appunto sull’inclusione alimentare e sociale – dice ancora Salis –. Per questo prepariamo piatti adatti a chi ha delle intolleranze, come melanzane con salsa al burro di arachidi o quinoa con verdure, o ancora il tiramisù senza glutine e senza lattosio ad esempio, ma anche pietanze vegane e vegetariane, e, infine, anche piatti normali. L’idea è di crescere ancora preparando tutti gli impasti e avendo così la possibilità di assumere almeno altri tre nostri ragazzi». Tutti a tavola insieme anche da Verì, in via Garibaldi 217. Infatti quello che viene dato da mangiare e da bere nel locale, a parte alcune birre, è cibo per celiaci, e comunque ha chi ha intolleranze al glutine e al lattosio. Pietanze che però non perdono gusto e appetibilità. «Ho aperto questa attività un paio di anni fa – dice Francesca Basti, 55 anni, proprietaria di Verì -. Ho iniziato perché volevo un posto sicuro dove mangiare, visto che sono celiaca, e qualche timore me lo portavo sempre dietro. Però chiaramente ho voluto disegnare un’attività che consentisse a tutti di potersi sedere insieme nello stesso posto e senza problemi, celiaci, intolleranti e non».

«L’idea nuova – prosegue Francesca - è che si tratta di un bar con asporto. Dalla mattina con le colazioni sino a sera intorno alle 22, siamo aperti e serviamo dunque cappuccini, torte, paste anche ripiene di ricotta e sapa. E ancora panini, pizzette e tanto altro ancora. E vendiamo anche le gomme da masticare e le caramelle per celiaci. Da bere serviamo anche i cocktail e i long drink perché ad esempio utilizziamo il gin senza glutine come pure la vodka. Sicuramente si tratta di un locale dove tutti si sentono inclusi». L’asporto è uno dei punti di forza. «Abbiamo due ragazzi che lavorano sugli impasti – aggiunge la titolare del locale – e che preparano diversi prodotti. Facciamo ad esempio i culurgiones, i ravioli, la pasta fresca, le lasagne e anche il pane». Le birre? «Abbiamo preso alcune birre che andassero bene a chi non era intollerante. Ma ci sono quelle per celiaci: la Daura, la San Miguel, la Peroni. Ma spero presto di averne anche qualcuna adatta e che sia di produzione artigianale sarda».

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