Il whisky sassarese: a Bancali nasce il single malt di Exmu
Ispirazione scozzese, maturazione in botti di rovere americano, orzo coltivato: «All’inizio ci hanno presi per matti ma noi andiamo avanti e i risultati sono andati oltre le nostre aspettative»
Il primo whisky sassarese nasce nei campi di cereali di Bancali dove già da qualche anno si producono ottime birre artigianali e un gin che sa di macchia mediterraneo. Protagonista di questa nuova avventura è ancora il birrificio agricolo e distilleria Exmù di Simona Ruda e Alessandro Cossu, che continuano a percorrere una strada intrapresa prima del covid e che sta portando grandi soddisfazioni.
Prima le birre, prodotte con l’orzo dell’azienda di famiglia, poi i distillati e i gin, prodotti con le bacche raccolte anche da alcuni terreni di Platamona esposti al vento salmastro. E ora l’whisky, un prodotto per amatori (e non solo) che sta riscuotendo un grande successo nei suoi primi mesi di produzione e che, forte di questo entusiasmo, si prepara a varcare il Tirreno e anche i confini nazionali con bottiglie ed etichette da collezione.
«Già alla fine del 2019, quando avevamo cominciato a produrre le birre, al momento di fare la registrazione avevamo fatto inserire la parte della distilleria e ci avevano un po’ presi per matti – racconta Alessandro Cossu – ma noi siamo andati avanti con le sperimentazioni. Per un periodo abbiamo prodotto, oltre ai gin, anche alcuni distillati di birra che però abbiamo momentaneamente accantonato per dedicarci al whisky. Un progetto che è tuttora in divenire, le prime bottiglie con l’etichetta sono uscite solo nel luglio dello scorso anno dopo un periodo di maturazione in botte».
Il disciplinare è però diverso da quello delle birre anche se la matrice resta prettamente sassarese: «Essendo un birrificio agricolo abbiamo l’obbligo, per legge, di utilizzare almeno il 51 per cento di materie prime di nostra produzione. Per il whisky quest’obbligo non sussiste ma comunque utilizziamo per la maggior parte materie prime di provenienza aziendale».
L’ispirazione è di matrice scozzese, che durante la produzione si traduce così: «Utilizziamo un alambicco in rame e facciamo una doppia distillazione, mentre la maturazione avviene in botti di rovere americano. Utilizziamo acqua demineralizzata che poi “correggiamo” coi sali».
E i risultati, a leggere le recensioni degli addetti ai lavori, sono più che positive. Tanto che la produzione si sta orientando verso una fascia ben precisa: «Il whisky lo vendiamo direttamente in azienda oppure on line – spiega ancora Alessandro Cossu – ma abbiamo anche un canale con la ristorazione. Si tratta comunque di un prodotto dedicato agli appassionati e per questo facciamo delle bottiglie speciali, per esempio, numerate e anche dedicate a particolari eventi. Bottiglie che piacciono molti agli appassionati del genere e anche ai collezionisti, che ce le chiedono. C’è anche chi compra la produzione di un’intera botte, che poi imbottigliamo e spediamo».
Insomma c’è tutto un mercato che sembra gradire il whisky, rigorosamente single malt, nato a Bancali e che il Corriere della sera ha definito “Il malto nato in casa a due passi da Sassari”. «Onestamente non ci aspettavamo un riscontro così positivo, adesso siamo collegati a un distributore che ha canali interessanti con l’estero e con molti appassionati, tra qualche settimana parteciperemo anche a un festival di Milano dedicato proprio al whisky e speriamo di aumentare i nostri contatti».