La Nuova Sardegna

Itinerari di Primavera

Carignano, Vernaccia e archeologia industriale

di Roberto Sanna
Carignano, Vernaccia e archeologia industriale

Da Cagliari al Sinis attraversando il Sulcis e l’Iglesiente insieme al Movimento del Turismo del vino

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Sassari Dal sud alla costa occidentale, partenza da Cagliari e chiusura nel Mandrolisai, degustando anche Carignano e Vernaccia. Trecento chilometri ricchi di storia antica e di vigne speciali, altrettanto antiche. Un viaggio di 300 chilometri che chiude il cerchio dei quattro itinerari proposti ai lettori della “Nuova Sardegna” dal Movimento del Turismo del vino, l’associazione che raduna 41 cantine isolane e propone un nuovo modo di fare turismo, più lento e al passo coi tempi. L’isola divisa in quattro quadranti, quasi 1000 chilometri fra cantine, musei, siti archeologici, percorsi nella natura, tappe enogastronomiche. Un segmento in crescita dove i piccoli borghi trovano sempre più spazio, intercettando una tendenza che si sposta dalla classica settimana stanziale per una vacanza a 360 gradi fatta di spostamenti ed esperienze su più fronti. Un terreno che può essere fertile per la nostra isola, capace di mettere a disposizione molto più di quelle spiagge gettonate che tutti già conoscono e può farlo, soprattutto, anche in periodi dell’anno differenti dai due mesi più caldi.

L’itinerario della settimana scorsa si era chiuso nel Parteolla, alle porte di Cagliari, e proprio dal capoluogo dell’isola parte quello di oggi. Una città ricca di storia e con un patrimonio naturalistico unico. Una visita diversa dal solito è quella alla chiesetta di San’Efisio, situata nel quartiere di Stampace e legata al culto dell’omonimo santo. Da lì ci si può spostare ad Assemini per visitare le  Saline Conti Vecchi, sito di archeologia industriale risalente agli anni Trenta immerso in un’oasi naturale dove vivono i fenicotteri, recuperato grazie a un progetto del Fai. Per i primi brindisi ci sono qui la cantina di Ferruccio Deiana, a Settimo San Pietro, e le Cantine Nuraghe Antinori a Capoterra.

A questo punto il viaggio prosegue in direzione del Sulcis e dell’Iglesiente, dove la storia assume diverse connotazioni e la costa ha veri e propri monumenti della natura. Un passaggio per vedere le caratteristiche dune di Porto Pino, nel comune di Sant’Anna Arresi, è d’obbligo, quindi ci si può dirigere verso Iglesias  per passeggiare nelle vie del centro storico caratterizzato dalle mura edificate dai pisani nel XIII secolo e da bellissimi edifici religiosi e no come per esempio il castello Salvaterra, la cattedrale di Santa Chiara e la chiesa di Nostra Signora di Valverde. E a pochi chilometri dalla città c’è anche il mare, in particolare l’insenatura di Masua caratterizzata dal Pan di Zucchero, spettacolare monumento calcareo che si erge dal mare a pochi chilometri dalla costa. Una sosta alla cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e all’Agricola Sant’Andrè di San Giovanni Suergiu e si può ripartire verso le miniere del Sulcis, in particolare a Buggerru dove la Galleria Henry offre un’esperienza difficilmente replicabile. Passare dall’archeologia industriale a quella più pura, in questo territorio, è un attimo e a Fluminimaggiore si può ammirare il tempio di Antas, passato per varie epoche: il complesso archeologico annovera un villaggio e una necropoli nuragica, un tempio punico e un tempio romano.

In questo ultimo itinerario si rientra verso l’interno in direzione di Arbus, territorio dove dopo una sosta nella cantina Gibadda si può ammirare un altro importante villaggio minerario, quello di Ingurtosu. Non lontano c’è Arborea, dove si trova un altro sito di archeologia industriale che racconta un pezzo di storia dell’isola: l’idrovora di Sassu, grazie alla quale negli anni Trenta fu avviata la bonifica delle paludi. In questo percorso consigliate le soste nella Cantina Gibadda di Arbus, quella dei Vini Lotta di San Nicolò Arcidano e la Quartomoro di Sardegna a Marrubiu. L’ultimo tratto è per i più curiosi: sterzata improvvisa al centro dell’isola fino a Sorgono per ammirare i menhir del sito di Biru ’e Concas e degustare ad Atzara i vini della Famiglia Demelas, quindi di nuovo verso la costa occidentale e il villaggio di San Salvatore di Sinis, meta della Corsa degli Scalzi, e brindare alla fine del tour a Cabras con la vernaccia di Contini 1898.

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