La Nuova Sardegna

Il tour

I Modà in Sardegna: «L’isola è la nostra seconda casa»

di Francesco Zizi
I Modà in Sardegna: «L’isola è la nostra seconda casa»

Unica tappa il 28 a Cagliari, sul palco ci sarà anche l’ex Tazenda Nicola Nite. Kekko Silvestre: «Sanremo? Mai più»

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Dopo aver infiammato lo stadio di San Siro davanti a oltre 50 mila spettatori lo scorso 12 giugno, i Modà fanno tappa a Cagliari per l’unica data sarda del tour “La notte dei romantici”. L’appuntamento è per sabato 28 giugno all’arena grandi eventi della Fiera, dove Kekko Silvestre e compagni promettono uno show ricco di emozioni, tra grandi classici e brani tratti dall’ultimo album 8 canzoni, uscito a febbraio.

Kekko, siete reduci dal concerto a San Siro, per tutti gli artisti italiani è un traguardo simbolico, per voi che l’avevate già raggiunto cosa è stato?

«A livello umano ha significato tutto. Abbiamo sognato di poter suonare nuovamente a San Siro dopo il 2014, sembrava impossibile per tutte le problematiche di salute che abbiamo vissuto negli ultimi anni, ma il pubblico ci ha abbracciato e ci ha fatto capire che non c’è mai una fine. Il giorno prima ho mandato un messaggio agli altri della band scrivendo “Sono terrorizzato”, però ci siamo goduto il concerto, sentire l’onda d’urto di 56mila persone che cantano è incredibile e magico».

Che tipo di preparazione c’è dietro il concerto in uno stadio? «A livello musicale ovviamente si prova tanto, per mesi, ma la vera sfida è quella fisica. Dopo il primo pezzo avevo già i crampi alle gambe, ma fortunatamente avevo allenato il fiato con un personal trainer nelle settimane precedenti».

Durante il concerto a San Siro avete annunciato che Nicola Nite, ex leader dei Tazenda, farà parte dei Modà. Come è nata la collaborazione?

«Era da tempo che cercavamo una persona che mi supportasse nelle seconde voci, nei cori e che sapesse suonare anche la chitarra, anche per poter togliere un po’ di sequenze dal vivo. Chiacchierando ad una cena di Natale con Nicola, che da poco aveva lasciato i Tazenda, ha accettato l’invito e abbiamo iniziato a vederci per provare, è stato tutto molto naturale».

A Sanremo invece come è andata?

«È stata dura, psicologicamente ero distrutto per l’incidente alle costole. Nella canzone ci credevamo parecchio, anche se poi la classifica della sala stampa e delle radio non ci ha premiato. C’è stato una sorta di pregiudizio nei nostri confronti da parte dei giornalisti. Non andremo mai più a Sanremo, ci siamo sentiti umiliati».

Il 28 dopo tanto tempo tornate nell’isola, che rapporto avete con questa terra e con il pubblico sardo? «Io ormai sono sardo d’adozione, dopo che è uscita Cuore e Vento siamo stati travolti da un affetto che non ci aspettavamo. La Sardegna è diventata una seconda casa».

Ha raccontato apertamente della sua depressione, come vede il tema della salute mentale in Italia?

«Il tabù dello psicologo deve essere superato. Dico sempre di andare in terapia anche se non si hanno problemi evidenti. Io ho cercato di comunicarlo anche per le persone che ci seguono, che possono pensare “se ha avuto la depressione lui allora sono normale”, vorrei dire loro che il primo passo per guarire è parlarne».

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