La Nuova Sardegna

Alghero

Tonno avariato, assolto il ristoratore di Alghero

di Nadia Cossu
Tonno avariato, assolto il ristoratore di Alghero

I clienti si erano sentiti male. Accolta la tesi difensiva: il titolare non poteva sapere

20 dicembre 2019
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ALGHERO. Era finito a processo per “commercio di sostanze alimentari nocive”, perché nella sua trattoria di Alghero avrebbe «distribuito per il consumo – scriveva la Procura – porzioni di tonno contenenti sostanze pericolose per la salute pubblica: era stata infatti rilevata una presenza di istamina molto elevata, indice di incipiente stato di decomposizione».

E la Procura della Repubblica di Sassari era arrivata a questa conclusione dopo la denuncia presentata da alcuni clienti del locale che erano dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso in seguito a un malore. Sintomi allergici/gastroenterici riconducibili a una «tossinfezione alimentare».

Ieri mattina, al termine di un processo durato alcuni anni, l’imputato – difeso dall’avvocato Nicola Satta – è stato assolto perché il fatto non costituisce reato.

Il ristoratore, infatti, quando il personale del del servizio di igiene degli alimenti di origine animale dell’Asl si era presentato nel suo locale, era caduto dalle nuvole. In quell’occasione era stato prelevato un campione da una confezione sottovuoto di tonno in trancio, regolarmente conservato nel banco frigo della trattoria. Il titolare aveva esibito lo scontrino e spiegato di aver acquistato e il tonno da un supermercato e di averlo immediatamente portato nel suo locale dove era stato sezionato, messo sottovuoto e subito refrigerato. L’uomo aveva anche aggiunto che le porzioni erano state tolte dal frigorifero solo per essere cotte. E presentate agli avventori naturalmente.

Poi erano subentrati i problemi intestinali ed era scattata la denuncia.

Sentita in aula come testimone, il tecnico della prevenzione – ossia la persona che aveva materialmente prelevato il campione – aveva spiegato che la porzione di tonno da esaminare era stata consegnata al laboratorio dell’istituto zooprofilattico che aveva accertato un valore molto alto di istamina, indice di degradazione del prodotto. Da qui il passaggio successivo era stato informare la Procura della Repubblica.

Il testimone, sollecitato dalle domande dell’avvocato difensore Nicola Satta, aveva però anche aggiunto che “esteticamente” il tonno non presentava alcuna alterazione. Questo perché «l’istamina non è visibile – aveva spiegato il tecnico – e nemmeno dà odore o colore al prodotto». Il ristoratore, in sintesi, non poteva sapere che quel prodotto acquistato al supermercato era deteriorato. Considerato che nulla lo faceva pensare. E l’imputato aveva fatto ciò che doveva: conservare il tonno a una temperatura adeguata, dentro una busta sigillata, quindi perfettamente a norma. Da qui la sentenza di assoluzione del giudice Mauro Pusceddu che ha accolto la richiesta del difensore e dello stesso pubblico ministero.

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