La Nuova Sardegna

Cagliari

Sla, Usala: «Ero pronto a morire dentro il ministero»

Sla, Usala: «Ero pronto a morire dentro il ministero»

Il governo ha garantito l’integrazione dei fondi per l’assistenza ai malati di Sla. I malati che da un mese fanno lo sciopero della fame, riprenderanno gradualmente ad alimentarsi

21 novembre 2012
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ROMA. «È una notizia bellissima». Nonostante i segni della Sla, negli occhi di Salvatore Usala, uno dei protagonisti della protesta per i fondi per la non autosufficienza, si legge chiaramente la soddisfazione per l’esito della manifestazione, riassunta nelle poche parole che la moglie Giuseppina traduce dai suoi sguardi a una lavagna con delle lettere. Usala e gli altri disabili gravissimi che da quasi un mese sono in sciopero della fame ora ricominceranno ad alimentarsi, ma era pronto anche ad arrivare alle conseguenze estreme: «se non avessimo avuto risposte - è la prima frase del segretario dell’associazione 16 novembre appena uscito dall’incontro in cui il Governo ha garantito l’integrazione dei fondi - sarei morto lì dentro». Usala è il più festeggiato fuori dalla sede del ministero dell’Economia, dagli altri membri dell’associazione ma anche dai politici presenti, ed anche Mina Welby si ferma a lungo a parlare con lui, chiedendogli di aiutarla a portare le buone pratiche della sua Sardegna nella cura dei disabili gravissimi anche nel resto d’Italia. A chi gli fa notare come quello ottenuto oggi sia un risultato soprattutto suo risponde «sono un carro armato», ma lui per primo si dice pronto a riprendere la lotta se le promesse non verranno mantenute con una frase lapidaria: «Non sono mica scemo».

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