La Nuova Sardegna

Cagliari

Centrale dello spaccio a Cagliari: sgominata una nuova banda di Sant'Elia

Da sinistra il colonnello Tamponi e il maggiore Pilia
Da sinistra il colonnello Tamponi e il maggiore Pilia

I carabinieri del Reparto operativo e del Nucleo investigativo provinciali hanno arrestato padre, figlio e altre due persone che avevano preso il posto del gruppo di 33 persone arrestate nel 2020

01 marzo 2022
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CAGLIARI. Decapitata dai carabinieri la cupola dello spaccio con base nel quartiere di Sant’Elia, insediatasi dopo l’operazione “Dama” del 2020 che aveva portato a 33 arresti. I quattro nuovi catalizzatori della droga, fra cui padre e figlio, sono stati arrestati questa mattina 1 marzo all’alba dai carabinieri del Reparto operativo e del nucleo investigativo provinciali, dirette rispettivamente dal tenente colonnello Michele Tamponi e dal maggiore Nicola Pilia, con un blitz nelle loro abitazioni di via Schiavazzi e via Utzeri, sempre nel quartiere di Sant’Elia.

Recuperati 4.900 euro in banconote di piccolo e medio taglio, 47 dosi di cocaina e 9 di eroina già pronte per la vendita, materiale per il confezionamento e un singolare contenitore cilindrico in metallo con tappo a vite e dotato esternamente di calamite che i quattro usavano per la consegna delle dosi. Il cilindretto di circa 15 centimetri veniva posizionato sotto le auto o attaccato a un palo della illuminazione pubblica, dove il cliente andava a prendersi le dosi ordinate telefonicamente e lasciandoci dentro il denaro. Ogni giorno effettuavano almeno trenta operazioni di spaccio al giorno, con 15mila di incasso mensile. L’obiettivo era quello di riuscire a mettere assieme un discreto capitale da investire nel traffico di droga. In una intercettazione telefonica degli investigatori, uno di loro ha commentato con l’interlocutore: «Se avessimo 200 mila euro da investire, arriveremmo a rendite milionarie in breve tempo».

In carcere, su disposizione della Procura, sono finiti Diego Dario Caria, 27 anni, Vincenzo Masala, il cinquantenne Vincenzo Masala e il figlio Angelo di 26 anni, mentre per Gianluca Mallus (20 anni) sono stati disposti dal magistrato gli arresti domiciliari. Sono indagati per il reato di spaccio di stupefacenti in concorso fra loro. Secondo quanto spiegato dal colonnello Tamponi e dal maggiore Pilia, i quattro avevano creato a Sant’Elia la loro base operativa, ricavando da locali al piano terra, scantinati e pilotis condominiali chiusi da loro abusivamente con muri di mattoni e poi dotati di porte con grate in ferro, i luoghi della loro attività delinquenziale. Il grosso dello stupefacente lo tenevano nei loro appartamenti, tre in via Schiavazzi (i due Masala e Caria 5 e Caria al 7) e uno (Mallus) in piazza Demuro 1, portandolo a richiesta nei punti vendita indiretta, con l’uso appunto del cilindretto calamitato.

I nomi dei quattro fermati, pur non risultando coinvolti direttamente nella vicenda, avevano cominciati ad intrecciarsi con altri emersi nel corso di indagini partite a seguito nell’incendio dell’auto di un brigadiere dei carabinieri della vicina stazione di San Bartolomeo, autore di numerosi arresti per droga a Sant’Elia e uno dei maggiori artefici della operazione “Dama”, luglio del 2020. Da allora i quattro arrestati oggi si sarebbero impossessati del mercato della droga di sant’Elia, con clienti che arrivavano anche dall’hinterland e perfino dal Sulcis-Iglesiente. (l.on)

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