La Nuova Sardegna

Cagliari

Carabinieri

I carabinieri intervengono per una lite, scoprono maxi discarica abusiva in cortile

di Gian Carlo Bulla
I carabinieri intervengono per una lite, scoprono maxi discarica abusiva in cortile

Guamaggiore, nell’area e in due capannoni adiacenti erano stoccati rottami ferrosi, olii usati e parti meccaniche di veicoli

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Guamaggiore Quattro persone, tre negozianti ambulanti, extracomunitari in regola col permesso di soggiorno, e un pensionato ottantaduenne di Guamaggiore, sono stati denunciati in stato di libertà dai carabinieri della stazione di Guasila, per gestione in concorso di inerti e rifiuti speciali. I militari sono intervenuti su imput della centrale operativa del 112, il numero unico dell' emergenza, al quale un privato cittadino aveva segnalato una lite scoppiata all’interno di un’abitazione del centro abitato del paese della Trexenta.

I carabinieri giunti sul posto, hanno accertato che i tre stranieri, temporaneamente ospitati presso l’abitazione del pensionato, avevano trasformato il cortile e due capannoni adiacenti, per una superficie complessiva di circa 600 metri quadrati, in un deposito incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi. Sul terreno erano infatti stoccati rottami ferrosi, parti meccaniche di veicoli, accumulatori esausti, olii usati, mobili dismessi e altro materiale di scarto.

Sul posto è intervenuto anche personale del dipartimento di prevenzione dell’ASL 8 di Cagliari che dopo un accurato sopralluogo, ha dichiarato l’abitazione e le sue pertinenze inabitabili per gravi motivi igienico-sanitari. Successivamente, i vigili del fuoco del distaccamento di Mandas dopo aver effettuato a loro volta un sopralluogo tecnico, hanno dichiarato l’immobile inagibile anche sotto il profilo strutturale. I tre cittadini stranieri sono stati allontanati immediatamente dall’abitazione, mentre il pensionato è stato preso in carico dal servizio sociale del comune che lo ha provvisoriamente affidato a un familiare residente a Guamaggiore L’intera area e i materiali rinvenuti sono stati posti sotto sequestro ai sensi dell’art. 321, comma 3-bis del codice di procedura penale.

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