La Nuova Sardegna

Cagliari

Giallo di Tuvixeddu

Indagini sul presunto delitto di Manuela Murgia, il Gip concede proroga di 70 giorni agli specialisti del Ris

Indagini sul presunto delitto di Manuela Murgia, il Gip concede proroga di 70 giorni agli specialisti del Ris

Secondo la Procura non fu suicidio: al via gli accertamenti genetici per avvalorare la tesi della magistratura che ha riaperto l’inchiesta per omicidio volontario

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Cagliari  Il Ris chiedeva una proroga di 45 giorni, il gip ne ha concessi altri settanta per completare gli accertamenti genetici sugli indumenti che indossava la sedicenne cagliaritana Manuela Murgia quando, nella mattinata del 5 febbraio 1995, era stata trovata morta ai piedi del canyon  di Tuvixeddu, nella zona di Sant’Avendrace. Un decesso refertato allora, e anche successivamente a una prima riapertura del caso,  come un suicidio, ma poi riaperto i mesi scorsi per omicidio volontario dal pubblico ministero Guido Pani, che ha iscritto nel registro degli indagati l’ex fidanzatino di allora della ragazza, Enrico Astero, a quei tempi ventiquattrenne.

Questa mattina 2 ottobre nel tribunale di Cagliari si è tenuta l’udienza davanti al gip Giorgio Altieri per la concessione della proroga richiesta dal Ris di Cagliari prima dello scadere degli ottanta giorni inizialmente concessi il 7 luglio scorso. Adesso il giudice ne ha concessi altri settanta  a conferma della complessità del lavoro degli specialisti del reparto di investigazioni scientifiche di Cagliari (uno dei 4  laboratori operativi in Italia), con cui operano i  periti consulenti  della difesa (l’indagato è difeso dall’avvocato Marco Fausto Piras)  e della parte civile (i familiari di Manuela Murgia), i genetisti di fama internazionale Emiliano Giardina e Luciano Garofalo. Finora la ricerca  in laboratorio di tracce genetiche negli indumenti della sedicenne – conservati per trent’anni negli archivi dell’ex istituto di medicina legale universitaria di via Porcell -  non avrebbero rivelato particolari risultati, pertanto  è necessario proseguire.

Secondo voci trapelate e che non trovano conferma, sarebbe stato ritrovato un pelo negli indumenti intimi della vittima, adesso in attesa di comparazione genetica con soggetti  da sottoporre eventualmente a prelievo del Dna. Recentemente l’unico indagato aveva dichiarato tramite il suo avvocato di volersi sottoporre volontariamente all’esame del proprio profilo biologico, ma questo non è ancora avvenuto. (luciano onnis)

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