La Nuova Sardegna

Nuoro

Omicidio di Tortolì, Aldo Doa si difende: «È stata legittima difesa»

Omicidio di Tortolì, Aldo Doa si difende: «È stata legittima difesa»

Si è svolto nel carcere di Badu ’e Carros l’interrogatorio di garanzia dell’ex muratore accusato di avere ucciso il 12 aprile scorso il 31enne Silverio Usai

06 maggio 2014
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NUORO. Legittima difesa: è stata questa la tesi difensiva sostenuta da Aldo Doa questo pomeriggio durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Badu ’e Carros, sull'omicidio di Silverio Usai, l'operaio 31enne di Tortolì, ucciso il 12 aprile scorso. Il 56enne di Arzana, assistito dall'avvocato Marcello Caddori, ha raccontato la sua versione dei fatti di fronte al Gip Nicola Clivio e al Pm Nicola Giua Marassi. Ha detto di aver visto pascolare un cavallo nel suo terreno della zona industriale di Tortolì il giorno prima dell'omicidio. Di aver cercato di capire chi fosse il proprietario, cosa che avrebbe saputo la sera del 12 aprile intorno alle 18,30 incontrando Usai con il cavallo. Alla richiesta di spiegazioni Usai - secondo l'ex muratore - avrebbe risposto con fare arrogante, e da lì sarebbe iniziata una discussione. Gli animi si sarebbero surriscaldati fino a che Usai avrebbe estratto la pistola di tasca. Il muratore però con fare fulmineo lo avrebbe bloccato e nella colluttazione sarebbe partito il colpo che ha ferito a morte il giovane operaio. Doa, che dopo tre settimane di latitanza si è costituito al capo della squadra mobile di Nuoro Fabrizio Mustaro, ha affermato di aver lasciato a terra l'arma del delitto - una pistola calibro 7,65 - prima di darsi alla fuga. Dopo l'interrogatorio l'avvocato Marcello Caddori ha chiesto la revoca dell'arresto o la sostituzione con gli arresti domiciliari.

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