La Nuova Sardegna

Nuoro

Assalto al caveau, sospesi sei vigilantes

di Valeria Gianoglio
Assalto al caveau, sospesi sei vigilantes

Per la questura hanno commesso diverse negligenze «che hanno reso meno difficile l’azione dei rapinatori»

27 agosto 2014
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NUORO. Qualcosa era andata storta, il 14 ottobre di due anni fa, all’istituto Vigilanza Sardegna. Quella mattina, per qualche ragione, il rigidissimo protocollo di sicurezza previsto per gli istituti di vigilanza, era andato a farsi benedire, almeno in alcuni suoi importanti aspetti. Uno su tutti: mentre il furgone, carico di soldi fruscianti, stava entrando nel caveau di via Dessanaj, il secondo furgone portavalori, quello che in teoria avrebbe dovuto fare da scorta, anziché essere lì, aveva fatto il giro ed era entrato da un ingresso secondario. Così, anche se in modo non volontario, aveva lasciato il campo libero ai banditi.

Gli agenti della squadra mobile nuorese, guidati da Fabrizio Mustaro, e quelli della polizia amministrativa ci hanno impiegato un anno di indagine scrupolosa, ma alla fine sono riusciti a ricostruire il corposo elenco di negligenze con le quali, seppur in modo non doloso, alcune guardie giurate della Vigilanza Sardegna avevano di fatto reso la vita facile al commando armato che li aveva assaltati. Negligenze, dunque, nulla che configuri un reato penale, ma abbastanza per far sì che nei confronti di quattro guardie giurate dell’istituto, il questore Pierluigi D’Angelo decidesse di applicare il provvedimento disciplinare più pesante: quello della sospensione dal servizio.

Uno dei quattro è stato sospeso per 45 giorni, uno per 60 giorni, e i restanti due per 90 giorni. Mentre il questore di Cagliari, Filippo Dispenza, per la stessa rapina, ha sospeso, per 90 e 60 gioni, altri due vigilantes, residenti a Cagliari.

Una decisione difficile, evidentemente, ma che la questura ha ritenuto doverosa e necessaria. Per un discreto numero di giorni, da ieri, i sospesi non avranno lo stipendio: anche per questo motivo, ieri, alcuni loro colleghi esprimevano loro solidarietà e vicinanza umana. L’indagine amministrativa, tuttavia, ha fatto il suo corso e proprio in questi giorni è arrivata al dunque. «Gli accertamenti svolti dal personale della squadra mobile e della polizia amministrativa della questura di Nuoro hanno fatto emergere vari comportamenti negligenti compiuti dalle quattro guardie giurate – spiega la stessa questura nuorese – che hanno compromesso gravemente sia il generale sistema di sicurezza predisposto per la scorta e il trasporto del denaro, sia l’incolumità delle stesse guardie giurate. Le guardie giurate dell’istituto di Vigilanza Sardegna, in sintesi, hanno omesso colposamente di adottare le necessarie e normali misure e cautele che avrebbero reso quanto meno più difficile l’azione dei rapinatori».

Quel pomeriggio di ottobre, insomma, le cose sarebbero dovute andare in modo molto diverso, all’istituto di vigilanza di via Dessanaj, periferia di Nuoro, a pochi passi dal carcere di Badu ’e Carros. E invece, in pochi istanti, nella sede della struttura, si era scatenato l’inferno o qualcosa che ci si avvicinava parecchio. Dieci uomini incappucciati, armi che spuntavano come funghi, e alla fine, purtroppo, ci scappa anche un ostaggio. I banditi, infatti, dopo essere entrati nel caveau, aver bloccato i dipendenti dell’istituto, e aver fatto sparire la bellezza di cinque milioni di euro, usano una delle guardie giurate per copriri la fuga. E lo liberano solo dopo qualche minuto, lungo la statale 389, la Nuoro-Lanusei.

Chi aveva assistito alla rapina, e ai movimenti dei banditi – entrati anche in una concessionaria per accedere alla rampa confinante che conduce al caveau – poco dopo li avrebbe descritti come «sicuri, freddi, veloci». «Stavo cercando un’auto usata – aveva raccontato uno dei testimoni – quando è entrato un bandito incappucciato, mimetica, jeans e anfibi. “Non ce l’abbiamo con voi”, ha detto, “state buoni e non vi succederà niente”. Lui guardava verso l’esterno, e poi è andato via».

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