La Nuova Sardegna

Nuoro

Ottana, cantiere verde chiuso causa furto

di Federico Sedda
Ottana, cantiere verde chiuso causa furto

Dopo la razzia dei macchinari venti operai rischiano il lavoro. L’amarezza del sindaco Marras

09 settembre 2014
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di Federico Sedda

OTTANA.. Cantiere sospeso per una settimana e forse anche di più. Operai a casa, posto di lavoro a rischio e famiglie senza stipendio. Non sono gli effetti dell’ennesima crisi di uno stabilimento industriale di Ottana, ma le conseguenze del furto messo a segno dai ladri nel deposito comunale.

Oggetto della refurtiva: le attrezzature e i macchinari agricoli utilizzati ogni giorno dagli operai dei cosiddetti cantieri verdi, quelli finanziati dalla Regione per tamponare la disoccupazione delle aree di crisi. Il furto, messo a segno probabilmente la notte tra sabato e domenica, è stato scoperto ieri mattina intorno alle 7.30 dagli operai che si apprestavano a svolgere il turno di lavoro nei cantieri attivati dal Comune a monte Urrò, monte Nieddu e nelle aree verdi urbane.

Dal deposito, sito in via Soru, zona di edilizia economica e popolare, mancava tutto il materiale necessario per recarsi al lavoro: trivelle a scoppio, motoseghe, decespugliatori e attrezzatura minuta. Era stato lasciato solo qualche macchinario che non funzionava. Il che fa pensare che gli autori del furto (almeno due, visto il numero e il peso del materiale rubato) conoscessero bene le cose che potevano essere utilizzate.

Il valore della refurtiva supera i cinque mila euro. Gli operai hanno subito informato il sindaco, Gian Paolo Marras, che, a sua volta, ha denunciato il furto ai carabinieri della locale compagnia, che, dopo il sopralluogo, hanno avviato le indagini per cercare di dare un volto ai ladri. Gli operai, invece, sono dovuti rientrare a casa. «Purtroppo – dice il primo cittadino,– ho dovuto sospendere il cantiere perché, senza le necessaria attrezzatura, non si può lavorare».

Una conseguenza sociale alla quale i ladri forse non hanno pensato. Oppure, quel che è peggio, l’hanno messa nel conto pensando al loro bieco interesse e non a quello delle famiglie di venti operai (tanti ne lavorano nel cantiere) che ora rischiano di rimanere senza alcun sostegno economico.

Per questo, il sindaco Gian Paolo Marras è ancora più amareggiato: «Si tratta – spiega – di lavoratori che vengono da lunghi periodi di disoccupazione e per i quali, questi cantieri, seppure a tempo, rappresentano l’unica occasione di lavoro».

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