La Nuova Sardegna

Nuoro

Don Cottu, il dolore dei fedeli di Oniferi

Don Cottu, il dolore dei fedeli di Oniferi

«Nessuno pensa a noi, ma anche noi abbiamo bisogno di sacerdoti che ci amino e ci accolgano»

16 ottobre 2014
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NUORO. C’è chi ne parla in parrocchia, e chi riordina le idee, le trascrive in formato digitale e le invia, via mail, al giornale. Ma il minimo comune denominatore è sempre lo stesso: una parte dei fedeli di Oniferi – il paese dove è stato destinato l’attuale parroco della Cattedrale, don Aldo Cottu – si sente rifiutata e offesa dalle prese di posizione giunte da Nuoro negli ultimi giorni attorno alla vicenda-trasferimento.

Si sentono rifiutati, i fedeli di Oniferi, anche se a dir la verità, nessuno dei fedeli nuoresi che sono intervenuti sulla vicenda, aveva la minima intenzione di offendere qualcuno, ma solo quella di difendere le loro convinzioni.

Nella parrocchia della Cattedrale, del resto, se n’è parlato tanto, negli ultimi giorni, del prossimo trasferimento di don Aldo Cottu. Una parte dei fedeli è intervenuta sul giornale per dire, in sostanza, che avrebbe voluto che il parroco restasse a Nuoro, perché con la sua partenza c’erano tutti i segnali che facevano pensare che la Cattedrale perdesse anche la stessa parrocchia, e con essa un mucchio di associazioni, di storia, di tradizioni che proprio don Aldo Cottu negli ultimi tredici anni aveva rianimato o riattivato. Un’altra parte dei fedeli, intervenuta sempre sul giornale, ha spiegato, invece, che il volere del vescovo andava rispettato, e che contestarlo era davvero un brutto segnale.

Stavolta, invece, a intervenire, sono i fedeli di Oniferi. Dispiaciuti, in parte forse persino offesi dalle prese di posizioni giunte in questi giorni da Nuoro.

«La comunità di Oniferi – scrivono in una lettera – ha solo bisogno di essere amata, non certo sentirsi rifiutata, e, peggio ancora, di sentirsi inferiore ad altre, che è quello che può succedere in situazioni di questo tipo». Ai fedeli oniferesi, insomma, dispiace che si dia spazio «al dolore dei parrocchiani di Nuoro, e non a quello degli oniferesi, da anni umili nell’accettazione del volere del vescovo».

«Come oniferese – scrive una parrocchiana nella sua lettera – posso dire che io ho bisogno di un sacerdote che mi accolga e che mi ami, non certo di uno che è costretto ad accettare un incarico che non sente proprio e che considera una sorta di ingiustizia».

«Spero di sbagliarmi – aggiunge in conclusione la parrocchiana di Oniferi – ma la comunità di Nuoro che tanto sta facendo affinché don Aldo Cottu non venga trasferito nel nostro paese, rifletta. La comunità di Nuoro rifletta e pensi che qui si ha la necessità di qualcuno che venga a lavorare con passione e amore, e può fare a meno di persone che non lo accettano e lo guardino con pregiudizio». (v.g.)

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