La Nuova Sardegna

Nuoro

Sindacati prudenti sulla vertenza tessili

di Tito Giuseppe Tola
Sindacati prudenti sulla vertenza tessili

Dopo l’ok della Regione, il 15 luglio sarà sottoscritto il protocollo d’intesa che darà risposta a centinaia di lavoratori

26 giugno 2015
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MACOMER. Chiariti gli ultimi dubbi e risolti i problemi che rimangono ancora aperti, si conta di sottoscrivere un protocollo d’intesa entro il 15 luglio che chiuderà la lunga vertenza dei tessili della provincia di Nuoro precipitata con la cancellazione degli ammortizzatori sociali decisa dal governo Renzi e complicata da anni di silenzio e di inerzia della Regione. L’incontro di mercoledì tra Regione e sindacati ha chiarito i contorni dell’azione regionale con la quale si conta di dare risposta a centinaia di lavoratori delle aziende tessili della provincia di Nuoro cancellate dalla crisi del settore e che ha falcidiato le attività produttive nel centro Sardegna e dalla perdita degli ammortizzatori sociali. La vertenza ha compiuto importanti passi avanti che la Regione ha sottolineato in un comunicato, sui i quali però i sindacati preferiscono essere prudenti. All’incontro, che si è svolto mercoledì pomeriggio a Cagliari, c’erano capo di gabinetto della Presidenza della Giunta, Filippo Spanu, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, Luca Spissu dello staff tecnico della Presidenza, Luca Mereu dell’assessorato al lavoro, Anna Pireddu, capo gabinetto della Programmazione, e i sindacalisti dei tessili Katy Contini (Cisl), Jose Mattana (Cgil) e Tore Sini (Uil). Queste le misure che la Regione metterà in campo per i tessili della provincia di Nuoro. Col programma Flexicurity si conta di reinserire al lavoro 149 persone. «Sempre che ci siano aziende disposte ad accoglierli», precisano però i sindacati, i quali hanno chiesto di allargare la possibilità di partecipazione anche ad attività senza dipendenti, come artigiani o piccole attività commerciali. Con le misure Welfare to Work si conta di inserire 220 persone. Il bando sarà rifinanziato e rimodulato indirizzandolo ad aree e settori specifici con corsia preferenziale per gli ex tessili e una maggiore premialità per chi li assume. In attesa che i progetti decollino, resta il problema della copertura degli ammortizzatori sociali per chi uscirà dalla mobilità. La soluzione è nei Cantieri verdi, diversi dai cantieri comunali e da quelli attivati negli anni scorsi a Macomer, Bolotana, Borore e Ottana. Per finanziarli sono stati trovati circa 22 milioni di euro. Questa resta comunque una soluzione tampone, mentre alla base degli interventi sono le politiche attive del lavoro. I lavoratori non potranno rinunciare alle proposte di ricollocazione. Chi rifiuterà l’inserimento con le politiche attive resterà fuori da qualsiasi copertura.

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