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Nuzzo e Di Biase in scena nel teatro delle ex Caserme

Nuzzo e Di Biase in scena nel teatro delle ex Caserme

MACOMER. Corrado Nuzzo e Maria Di Biase in “Gli impiegati dell’amore” saranno in scena oggi a Macomer per il cartellone del Circuito teatrale sardo. L’appuntamento è per le ore 21:00 nello spazio...

11 marzo 2016
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MACOMER. Corrado Nuzzo e Maria Di Biase in “Gli impiegati dell’amore” saranno in scena oggi a Macomer per il cartellone del Circuito teatrale sardo. L’appuntamento è per le ore 21:00 nello spazio teatrale allestito dal Cedac nel padiglione Tamuli delle ex caserme Mura. La pièce – prodotta da Bananas, con la regia di Marie Pascale Osterrieth, – ha già debuttato in prima regionale l’8 marzo, con repliche mercoledì ad Arzachena e ieri a Meana Sardo. Il tour si conclude oggi a Macomer. Nuzzo e Di Biase sono artisti noti e già apprezzati dal grande pubblico sulla ribalta mediatica di Zelig e in trasmissioni come “Se stasera sono qui”, “Quelli che il calcio” e l’ormai storico “Bulldozer”. Sono noti anche per le incursioni sul grande schermo nei film di Ficarra & Picone . Gli impiegati dell’amore” (Celibataires) di David Foenkinos racconta «l’amore ai tempi della rete tra singletudine e incontri virtuali». La divertente pièce affronta le complicazioni sentimentali nel Terzo Millennio tra conversazioni in chat e incontri in rete sullo schermo di un computer. «Moderni cupidi, i due protagonisti, impiegati in un’agenzia matrimoniale, per mestiere fanno incontrare cuori solitari e anime gemelle regalando ai loro clienti un sogno, forse un’illusione di felicità – è spiegato nella presentazione del Cedac –. È una professione singolare, interessante e perfino gratificante, che li rende artefici del destino di perfetti sconosciuti, ma paradossalmente li induce a trascurare se stessi e i propri desideri e aspirazioni, e a vivere ciascuno isolato in un proprio mondo a parte. La condizione dell’uomo e della donna contemporanei, proiettati sulla carriera anziché sugli affetti, fa sì che le preoccupazioni per il lavoro diventino una barriera e una corazza tra sè e gli altri». (t.g.t.)

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