La Nuova Sardegna

Nuoro

Nuoro Capitale della cultura 2020: i mille volti dell’audizione

di Valeria Gianoglio
Un momento conviviale subito dopo l'audizione
Un momento conviviale subito dopo l'audizione

Agostino Cicalò (Camera di commercio) ricorda il sequestro del padre nel 1979. Il sostegno di Arru, Zedda e monsignor Sanna: «Con il cuore a Roma. Uniti si vince!»

07 febbraio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Agostino Cicalò che, con l’orgoglio di chi sa di aver superato tempi bui, davanti alla commissione romana ricorda: «Sono figlio di un sequestrato, sono partito da questa terra per studiare alla Bocconi di Milano, ma poi sono tornato qui e con la Camera di commercio e le nostre eccellenze oggi vi mostro cosa sa produrre, di artigianato e tecnologia, la nostra terra». Il presidente del Banco di Sardegna, Antonello Arru, nuorese doc, che seduto in seconda fila, dietro i componenti della giuria, ascolta con trepidazione l’audizione della delegazione nuorese, e al termine non riesce a contenere una dose generosa di entusiasmo. Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che pur di assistere al momento fatidico nella sala Spadolini, arriva con un volo da Cagliari nel primo pomeriggio, ascolta buona parte dell’audizione in perfetto stile supporter, e poi riparte al volo per il capoluogo sardo.

E poi ancora, tra il pubblico dei “tifosi” eccellenti o appassionati, dell’audizione di lunedì fatta dalla delegazione nuorese al ministero per i Beni culturali, si scopre persino un funzionario del Comune di Alghero, che si trovava a Roma per altre faccende ma che, apprendendo della presenza barbaricina del Mibact, decide di incontrarla per darle alcuni preziosi suggerimenti pre-“interrogazione”. Perché anche questo, è successo, nelle ore cariche di trepidazione, passione ed entusiasmo, di lunedì, a Roma.

Sono i mille volti dei tifosi veri di “Nuoro capitale della cultura 2020”. Quelli più sinceri, carichi di energia, e desiderosi di rispolverare, e con orgoglio, le radici nuoresi, come ha fatto anche l’arcivescovo di Cagliari, che in un post sulla sua pagina Facebook, a poche ore dall’audizione, scrive «Oggi, con il cuore a Roma, per appoggiare la candidatura di Nuoro a capitale della cultura. Uniti si vince!!!». O ancora l’assessore regionale Filippo Spanu che, sempre sui social network, scrive «Comunque vada! Comunque vada sono contento che Nuoro abbia presentato una candidatura così, unendo entusiasmo e competenze, poli opposti e sogni. Unendo la Sardegna dei campanili. Oggi Nuoro è un nido di rondini e gabbiani. Come il gabbiano Jonathan Livingston ambisce a volare meglio e più in alto, ma non lo fa da sola. Oggi, e soprattutto domani, con Nuoro, con il suo sindaco concreto e sognatore. Con tutti i suoi abitanti rocciosi. Tutti insieme. Comunque vada».

È successo davvero di tutto, lunedì, nel backstage della giornata più lunga trascorsa nel percorso compiuto finora per la candidatura di Nuoro capitale. A cominciare dal musicista Gavino Murgia che intorno alle 5.30 del mattino, a bordo della sua auto mentre si dirigeva verso Olbia per prendere il primo volo per Fiumicino, ha bucato una delle gomme posteriori ed è stato costretto a un “pit-stop” d’emergenza per sostituire la gomma. «Ma è un buon segno, dai», diceva, con filosofia mentre ne svitava i bulloni. E poi ancora, nell’intensa giornata della delegazione nuorese a Roma, c’è stato anche spazio per un breve giro tra le bellezze romane e per uno studio accurato degli avversari. Una parte del gruppo dei supporter di Nuoro capitale, infatti, lunedì mattina ha ascoltato a lungo l’audizione della delegazione di Casale Monferrato, per farsi un’idea delle domande che faceva la commissione. L’ascolto si è rivelato utile: sul finale dell’audizione di Nuoro al Mibact, infatti, alcuni componenti della commissione hanno chiesto anche «Quello che ci avete raccontato è bello. Ma perché un giapponese o un cinese dovrebbe venire a Nuoro?». Su questo punto, anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, è intervenuto per spiegare alla commissione che i giapponesi e i cinesi, a Nuoro e non solo, vengono eccome da diverso tempo. Perché sono attratti dalla cultura, dalla lingua, dalla musica e dalle straordinarie bellezze ambientali. Se questi argomenti siano stati convincenti, si saprà solo il prossimo 16 febbraio: quando al ministero verrà aperta la busta con il nome della città scelta come Capitale italiana per la cultura 2020.



In Primo Piano
L’isola a secco

Dramma siccità, a Budoni «caccia alle streghe» verso chi usa l'acqua

di Paolo Ardovino
Le nostre iniziative