La Nuova Sardegna

Nuoro

Aggredì moglie e figlio sconterà un anno e 8 mesi

di Giusy Ferreli
Aggredì moglie e figlio sconterà un anno e 8 mesi

Un 40enne di Siniscola è stato condannato per maltrattamenti in famiglia  Riconosciuta la seminfermità mentale. L’episodio risale al settembre del 2017

26 settembre 2018
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SINISCOLA. Aveva aggredito la compagna e sferrato un pugno al figlio dodicenne. Finito a processo per maltrattamenti in famiglia, un 40enne di Siniscola è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Nuoro Claudio Cotzella. La sentenza è arrivata ieri mattina, a conclusione del rito abbreviato chiesto dal difensore dell’uomo, l’avvocato Giuseppe Casu.

Il gup ha accolto parzialmente la richiesta di condanna dell’accusa rappresentata in aula dal pubblico ministero Elisabetta Porcu che, dal canto suo, ha richiesto una pena maggiore: due anni di reclusione. Il giudice ha peraltro riconosciuto la seminfermità mentale dell’imputato, tesi sostenuta dal consulente di parte, lo psichiatra Pasquale Trebisonda. Lo specialista ha ricevuto l’ incarico dalla difesa per sottoporre l’uomo ad una perizia psichiatrica allo scopo di valutare la reale capacità di intendere e volere al momento del fatto . La drammatica vicenda culminata nel giudizio abbreviato risale alla fine dello scorso anno. Erano trascorse da poco le 20 di un freddo mercoledì di dicembre quando, in via Alcide De Gasperi a Siniscola, una donna originaria di Torpè e il figlio adolescente vennero aggrediti. Bersaglio della furia dell’uomo anche il ragazzino che venne raggiunto da un pugno. Dopo una breve fuga, madre e figlio, che avevano trovato rifugio in un supermercato della zona, chiamarono il 112 chiedendo aiuto ai carabinieri.

Sul posto arrivarono i militari della stazione e l’ambulanza medicalizzata. Subito dopo il drammatico episodio di violenza contro i familiari l’uomo non si calmò. E dopo un alterco con i militari, venne condotto in caserma. Il giudice dispose come misura cautelare l’obbligo di firma. Il procedimento penale è andato avanti sino alla sentenza di ieri mattina che, nel computo della pena, ha tenuto conto anche della seminfermità mentale del 40enne.

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