La Nuova Sardegna

Nuoro

Sindia, passata la tempesta le aziende contano i danni

di Sandro Biccai
Sindia, passata la tempesta le aziende contano i danni

A “Sos beraniles” mungitrici immerse nel fango e bestiame senza un ricovero In Comune aspettano la Protezione civile per i sopralluoghi nelle zone colpite

01 novembre 2018
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SINDIA. «Vedere l’azienda ridotta in queste condizioni fa piangere il cuore. Ma, dopo i primi momenti di scoramento, occorre rimboccarsi le maniche e reagire. Siamo pronti a farlo». Parole che denotano in maniera chiara la determinazione nel voler ripartire immediatamente di Stefania Torelli, medico veterinario e moglie di Gianni Virdis, uno degli allevatori di Sindia più duramente colpiti dalla tromba d’aria di lunedì mattina.

Nell’avviata azienda de “Sos beraniles”, dove si allevano ovini e bovini, i danni sono evidenti già all’arrivo: alberi a terra o spezzati in due, piante prive di fronde, balloni di fieno spostati di diversi metri, pezzi di lamiera sparsi ovunque, un carrello di trattore scaraventato con forza contro due auto, tegole volate via dall’abitazione. E una squadra di muratori impegnata nei lavori di ripristino. La situazione non è migliore nel corpo centrale dell’azienda dove sono presenti grossi squarci nel tetto del fienile e della sala mungitura immerse nel fango. «Occorre un intervento immediato – osserva Stefania Torelli – perchè le pecore stanno per figliare ed hanno bisogno di un riparo adeguato. Stesso discorso per fieno e mangime che non possono stare sotto l’acqua. Qui sono morte alcune pecore, e un capo bovino risulta disperso. Speriamo si facciano tutti i passi necessari, a partire dai sopralluoghi, in tempi rapidi, senza lungaggini». Ritornati all’esterno, al di là di un muro a secco, si intravvedono numerose altre querce sradicate. «Solo lì ne ho contato una ventina ma all’interno ce ne sono molte altre" commenta Stefania, che prosegue: «È successo tutto verso le 7,45, un inferno di qualche minuto appena, ma che si è portato dietro questo disastro. Per fortuna io e mio marito eravamo al riparo e non abbiamo riportato danni fisici. Una fortuna davvero». A qualche chilometro di distanza, in località Campeda, si trova l’azienda della famiglia Pischedda, che alla tromba d’aria ha pagato uno dei prezzi più alti. Il fienile è praticamente scomparso, accartocciato su se stesso e trasformato in un cumulo di macerie che un gruppo di giovani sta cercando di portar via a forza di braccia e con l’utilizzo di un mezzo meccanico. « Il capannone crollato è l’emblema di ciò che è successo qui– commentano i proprietari- ma basta fare un giro intorno per vedere le condizioni precarie in cui si trovano anche gli altri locali e la scuderia».

«Le aziende zootecniche che presentano i problemi strutturali più gravi sono una decina, concentrate a Campeda, Pischina ’e fustes, Sos Beraniles, Corte, Sos Piaghesos, Su Crastu Ruggiu– spiega il sindaco di Sindia, Luigi Daga – Allo stato attuale è difficile quantificare, invece, i danni relativi al patrimonio boschivo che hanno coinvolto anche altre proprietà. La giunta ha dichiarato immediatamente lo stato di calamità naturale e l’amministrazione, si è mobilitata, fin dai primi momenti, per monitorare la situazione. Restiamo in attesa di una risposta da parte della Protezione civile per procedere con i sopralluoghi congiunti e ci stiamo impegnando per avere un quadro più preciso delle zone investite dalla tromba d’aria scattando delle fotografie aeree mediante drone. Una cosa è certa: non c’è tempo da perdere».



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