La Nuova Sardegna

Nuoro

Il Mandrolisai diventa “paesaggio rurale storico”

di Nino Muggianu
Il Mandrolisai diventa “paesaggio rurale storico”

Sorgono e Atzara ottengono l’iscrizione nel registro del ministero dell’Agricoltura «Il territorio ha conservato il paesaggio agrario della Sardegna a metà XIX secolo» 

21 novembre 2018
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ATZARA. Il ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e turismo, ha iscritto il paesaggio policulturale del Mandrolisai al registro nazionale dei paesaggi rurali d’interesse storico. Il decreto verrà illustrato nel dettaglio domani mattina, alle 11, a Cagliari, negli uffici dell’assessorato degli Enti locali. Saranno presenti l’assessore Cristiano Erriu, i sindaci di Sorgono e Atzara, Giovanni Arru e Alessandro Corona, e il professor Alessandro Dettori del dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari.

«Nel settore meridionale del Mandrolisai – si legge nelle motivazioni dell’iscrizione – si è conservato il paesaggio agrario che si è diffuso in Sardegna a metà XIX secolo a seguito della riforma agraria sabauda. Si tratta di un paesaggio caratterizzato da un sistema agricolo policolturale imperniato sulla coltivazione di cereali, vigneti, orti e frutteti e pascoli arborati quercini che integrano le produzioni foraggere e alimentano le locali filiere della legna e del sughero».

E spicca, tra tanti aspetti peculiari del paesaggio del Mandrolisai, un elemento in particolare. Si tratta, come si legge ancora nelle motivazioni dell’iscrizione, di un «elemento che maggiormente spicca e conferisce carattere di unicità paesaggistica all’area del Mandrolisai. è costituito dalla permanenza della coltivazione della vite nella tipica forma dell’alberello sardo». Ma un altro elemento che è valso al Mandrolisai l’iscrizione nel registro nazionale dei paesaggi rurali d’interesse storico, è stata anche l’integrità dello stesso paesaggio: «L’area nel suo complesso presenta un buon grado di integrità paesaggistica – si legge sempre nelle motivazioni – sono sostanzialmente assenti fenomeni di dispersione insediativa e i fabbricati rurali sono generalmente ben conservati. Non sono inoltre stati riscontrati segni vistosi di degrado causati dall’abbandono delle coltivazioni anche se in alcuni coltivi è stata notata la presenza di cespugli cresciuti spontaneamente».

Le motivazioni dell’iscrizione nel registro nazionale terminano poi con alcune raccomandazioni del ministero: «è auspicabile che, seguendo l’iniziativa già avviata dal comune di Atzara, si proceda ad una precisa mappatura dei vigneti in base alla loro epoca di impianto e siano inoltre avviate iniziative di valorizzazione, anche culturale, dei vecchi impianti. Sarebbe inoltre auspicabile che in futuro si procedesse ad una più puntuale classificazione dei vigneti considerando le tre tipologie d’impianto attualmente esistenti (alberello sardo, alberello sardo modificato e a spalliera) al fine di favorire la conservazione e l’ulteriore diffusione di impianti in cui realizzati in forma tradizionale».

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