La Nuova Sardegna

Nuoro

«In sala meno tavoli e più regole»

di Valeria Gianoglio
«In sala meno tavoli e più regole»

La ripartenza dei ristoratori in città: tra speranze, posti di lavoro tagliati e tanta voglia di ripresa

04 giugno 2020
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NUORO. «Da oggi siamo riaperti. Abbiamo dovuto togliere quasi la metà dei tavoli ma siamo riusciti, almeno per ora, a tenere i nostri soliti 12 dipendenti. E ora speriamo nel sole, in tutti i sensi». C’è chi, come Gianni Piu, socio del ristorante Il Rustico, nel riaprire la porta d’ingresso del locale di viale Costituzione è riuscito, nonostante tutto, a mantenere la stessa squadra di lavoro pre-quarantena: 12 persone. «E speriamo bene – dice – ma abbiamo dovuto dare noi un anticipo della cassa integrazione che purtroppo a loro non è ancora arrivata». E c’è anche chi, nel riaprire la cucina, rimettere in sesto la sala, ripulire e sanificare tutti gli spazi – come richiesto dalle ultime norme – ha dovuto, invece, tagliare la forza lavoro, oltreché i tavoli. Perché altrimenti, dopo più di due mesi di mancati guadagni, «purtroppo non si riuscirebbe a sopportare altri costi». Ma tra tante difficoltà e mille nuove regole da rispettare, trai ristoratori nuoresi che riaprono i battenti in questi giorni, si respira anche una dose generosa di speranza nella ripresa.

«Abbiamo riaperto da venerdì scorso – spiega Silverio Nanu del ristorante Il Rifugio di via Mereu – abbiamo dovuto dimezzare i tavoli per rispettare le distanze di sicurezza, e abbiamo cinque dipendenti in meno. Mi dispiace ma per il momento non potevamo fare diversamente. Ma stiamo ripartendo, sono arrivati i primi clienti, qualcuno anche dalla provincia di Sassari e Cagliari, e confidiamo nel futuro».

«Certo, le preoccupazioni sono tante – dice, dal canto suo, Egidia Carta che insieme al marito Battistino Menneas gestisce il ristorante Montiblù di piazza Satta – ma se abbiamo riaperto da oggi è perché nonostante tutto crediamo nella ripartenza. Siamo contenti anche perché siamo riusciti a mantenere la stessa squadra di lavoro. La squadra intera di dieci persone, e già questa è una bella vittoria. E poi abbiamo già sistemato i tavolini nella piazza: grazie alle nuove regole abbiamo qualche spazio in più e riusciamo a rispettare le distanze». E tra i diversi locali riaperti al pubblico già da questi giorni – come il Piano B di via XX settembre – c’è anche il ristorante Ciusa.

«Siamo aperti dal primo giugno – spiega il titolare, Franco Fenu – dopo un periodo dove abbiamo sperimentato anche il servizio di asporto, ma solo per i giorni di festa o nel weekend. Ma è stato solo per tenerci in allenamento e non stare fermi. La vera sfida è ora, con la riapertura del locale. Sono fiducioso, in ogni caso: i clienti stanno tornando, in particolare a pranzo, ma sono convinto che con il caldo ci sarà un afflusso maggiore anche di sera. Tra l’altro abbiamo i permessi per sistemare i tavolini all’aperto anche sull’altro lato della strada, che si affaccia sul monte Ortobene».

Al ristorante Il Portico, di via Monsignor Bua, a due passi dalla Cattedrale, per riaprire i battenti, invece, serviranno ancora un paio di giorni. «Ma dovremmo riuscire per questo weekend – spiega il titolare Graziano Ladu – stiamo facendo tutti i piani di sicurezza, sistemando le ultime cose nel locale, ma almeno i tavoli sostanzialmente non li abbiamo dovuti toccare perché erano già sufficientemente distanziati. Dovremo solo bandire le tavolate, ma per il resto siamo pronti a ripartire. E davvero non vediamo l’ora».

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