La Nuova Sardegna

Nuoro

Il caso

«L’Anmil attende il Governo. La sede nuorese è a rischio»

di Paolo Ardovino

	Una cerimonia dell'Anmil
Una cerimonia dell'Anmil

L’Associazione invalidi del lavoro sui ritardi nei pagamenti

23 dicembre 2023
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Nuoro Avrebbero voluto festeggiare con l’albero della sicurezza: un albero di natale formato da tanti caschetti di operai, in piazza, per sensibilizzare sul tema della sicurezza sul lavoro. E invece dalle parti di Anmil i circa 2mila 500 associati passeranno un Natale amaro, di protesta e attesa per fondi che non arrivano dal governo. «È tutto bloccato, non possiamo avviare nessuna iniziativa, i progetti con le scuole, non abbiamo fondi nemmeno per l’albero natalizio», appunto: a tuonare è Michele Tatti, presidente dell’associazione nazionale di mutilati e invalidi del lavoro per Nuoro. Cosa succede L’emergenza coinvolge tutta la rete nel Paese. Attualmente, seicento dipendenti del patronato non hanno ricevuto stipendio e tredicesima e sono in cassa integrazione, ed è stata bloccata la liquidazione per fornitori e quote condominiali per le sedi. «La ragione è semplice – dicono dall’Anmil –, il Governo non riesce a recuperare 20 milioni di euro di maggiori anticipi accreditati erroneamente anche ai potenti Patronati e dunque a liquidare il dovuto a quelli come il nostro». Il 2023 si avvia alla conclusione senza le erogazioni di saldi dal 2015 per un ammontare di otto milioni di euro. La reazione Per Tatti è «inaccettabile mettere in ginocchio un’associazione storica e di grande valore sociale come la nostra», che riunisce in tutta Italia 250mila soci. «È vergognosa la mancata risposta del ministero del Lavoro sui ritardi nel pagamento delle somme dovute al nostro patronato – e incalza –. Abbiamo chiesto inutilmente il sostegno di numerosi parlamentari disponibili a far valere i nostri diritti e sbloccare questa incresciosa situazione», nessuno ha alzato la mano all’appello. A Nuoro 2500 iscritti, la realtà della provincia nuorese è tra quelle più fragili e a rischio, questa situazione si sta traducendo in un blocco totale delle attività. E, a proposito di spese, in quest’ultima parte dell’anno è stato possibile tenere aperto l’ufficio in città appena due giorni alla settimana, mercoledì e giovedì mattina. Nella sede nuorese c’è un solo dipendente («un dipendente e una persona assunta a tempo per il Caf», precisa Tatti») e fa parte dei seicento nazionali senza stipendio. Una sede ampia, in altre parti d’Italia, può forse riuscire a sopperire con la gestione di turni e ore di lavoro ma qui si rischia il punto di non ritorno se sul territorio l’unica persona incaricata è in cassa integrazione. «Abbiamo una serie di programmi, di idee, di progetti», sostiene Michele Tatti, per nulla demoralizzato. Anzi, il fare combattivo lo ha portato a richiamare l’attenzione verso la causa dell’Anmil giusto sotto Natale. «Ma per ora stiamo tenendo chiuso l’ufficio per quattro giorni a settimana, nei prossimi mesi dovremmo andare nelle scuole a parlare di sicurezza sul lavoro e non sappiamo se lo potremmo fare». Tatti non vuole alzare il polverone ma sui milioni di euro destinati per sbaglio altrove suggerisce: «I grandi sindacati avrebbero potuto muoversi in maniera diversa». E questo blocco totale, per l’Anmil, «è l’ultimo problema che si aggiunge alle difficoltà con l’Inail per le commissioni per invalidi civili e del lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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