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Tribunale

Nuoro, caso Barabino: altre vittime in aula. Stimati ottocentomila euro di danni

di Valeria Gianoglio
Nuoro, caso Barabino: altre vittime in aula. Stimati ottocentomila euro di danni

Il giudice deciderà a maggio se riunire sei vicende. Si profilano 50 processi

12 marzo 2024
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Nuoro L’ultimo caso emerso ieri mattina, ai margini dell’udienza preliminare, che si avvia ad aggiungersi alla già folta lista di persone fragili ai quali aveva svuotato i conti correnti per pagare spese personali e beni di lusso, è quello di un pensionato di Lodè. Settantadue anni, una vita tranquilla, i risparmi sudati sistemati alle Poste, la necessità, a un certo punto del percorso, di avere un amministratore di sostegno. Il giudice tutelare per lui, così come per decine di altri casi, aveva scelto Roberta Barabino, 37 anni, di Oliena. E se non fosse stato per i sospetti di qualche conoscente più accorto, probabilmente, nessuno si sarebbe reso conto che dal 1 dicembre del 2017, sino al 2 maggio del 2023, la professionista incaricata dal tribunale aveva sottratto dai risparmi postali dell’uomo poco più di 23mila euro. Per l’esattezza, utilizzando il bancomat del pensionato, l’allora amministratrice di sostegno aveva prelevato dallo sportello Atm di Nuoro e Oliena, a raffica, ora 300 euro, ora 600, 500 e 600. In continuazione fino a collezionare la cifra notevole di 61 prelievi bancomat in sei anni. Più altri 8 pagamenti diretti in altrettanti esercizi commerciali sempre di Nuoro e Oliena.

Se li avesse utilizzati per le spese del suo amministrato, forse, nessuno avrebbe avuto niente da dirle, ma evidentemente così non è stato. Tant’è che il pm RiccardoBelfiori, dopo aver scavato a fondo nella vicenda e aver elencato tutti i prelievi ritenuti illeciti con contorno di bonifici e pagamenti nei negozi, qualche mese fa ha chiesto e ottenuto dal gip Mauro Pusceddu un decreto di giudizio immediato nei confronti di Roberta Barabino. Un decreto che adesso si appresta a rimpolpare l’elenco dei primi casi della vicenda approdati in udienza preliminare. E ieri mattina, al quarto piano del Palazzo di giustizia, il gup Giovanni Angelicchio avrebbe dovuto decidere se riunire le prime cinque vicende, così come chiedevano gli avvocati Antonio Secci e Gianluca Sannio, difensori dell’ex amministratrice di sostegno, per una questione di economia processuale, ma ha deciso di rinviare tutto a una nuova udienza, fissata per la fine di maggio. In quella data, dunque, era già stata fissata l’udienza preliminare per discutere del caso-madre della vicenda. Il primo caso segnalato e denunciato dai familiari di un’anziana alla quale erano stati sottratti dai conti più di trecentomila euro. E sarà in quella stessa data, dunque, che il gup deciderà come gestire il groviglio di casi gemelli approdati alla stessa fase preliminare. Stabilirà se da sei casi dovranno diventare uno solo, in un unico processo. Ma il caso Barabino e i suoi meandri, tuttavia, è ben lontano dall’essere definito.

Nei corridoi del tribunale, ieri mattina, gli addetti ai lavori hanno provato a fare due conti, dati alla mano: le prime sei vicende di peculato e autoriciclaggio, potrebbero confluire a fine maggio in un unico grosso processo. Ma mica finisce lì, eh: ci sono almeno un’altra cinquantina di altre vicende gemelle che da qui ai prossimi mesi approderanno in udienza preliminare. E la domanda è: che fine faranno? Saranno accorpate in un maxi processo sotto il tetto delle stesse ipotesi di reato? In realtà, quest’ultima non sembrerebbe una strada praticabile perché, seppur accomunate dai reati e dalla stessa imputata, si tratta di storie e di relativi testimoni diversi. I legali di Roberta Barabino, ovviamente, premono per affrontare il minor numero di processi possibili, e chiedono dunque che si proceda per accorpamenti. Ma l’ultima parola ce l’avra il tribunale e non sarà una decisione facile anche perché di mese in mese il numero di casi segnalati si allunga e rischia di ingolfare le aule del Palazzo di giustizia nuorese. Per adesso, considerando le vicende già denunciate, sembrano profilarsi almeno una cinquantina di processi per un danno stimato complessivo che si aggira sugli ottocentomila euro.

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