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Quattro nuove specie di gamberi scoperte nelle falde del Montalbo

di Sergio Secci
Quattro nuove specie di gamberi scoperte nelle falde del Montalbo

Siniscola, la ricerca degli studiosi di Bruxelles con gli speleosub di Cala Gonone

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Siniscola Analisi e verifiche sono ancora in corso, ma dovrebbero essere almeno quattro, le nuove specie di crostacei (piccoli gamberetti) scoperte negli acquiferi del Montalbo dai ricercatori dell’università libera di Bruxelles e dagli speleosub dell’associazione Phreatic di Cala Gonone. Gli studi in grotta, dedicati a conoscere meglio la biodiversità nello straordinario dedalo di acque carsiche sotterranee lungo la catena montuosa che separa Barbagia e Baronie, sono iniziati lo scorso anno grazie a un finanziamento del parco di Tepilora che gestisce la riserva della Biosfera MaB Unesco di Tepilora, Rio Posada, Montalbo.

Punto centrale delle rilevazioni è la grotta di Sa Conca ‘e Locoli. I nuovi crostacei, presenti soltanto in profondità sono ciechi e biancastri, il più grande misura 2 cm di lunghezza, un altro mezzo centimetro e i due più piccoli sono sotto il millimetro. La loro descrizione consentirà di dargli un nome che, secondo le regole della zoologia, sarà latino. Per renderli noti alla comunità dei ricercatori e omaggiare l’area in cui vivono, i due crostacei più grandi saranno riconoscibili come montisalbi e tepilorae, così da immortalare per sempre questi territori della Sardegna nella letteratura scientifica. Punto di forza del progetto sostenuto dal Parco è stato anche quello di caratterizzare con tecniche molecolari innovative, basate sullo studio del Dna ambientale, le acque sotterranee del Montalbo.

Sinora queste analisi erano servite solo per ricercare singole specie. Con le innovazioni messe a punto (note come 'metabarcoding') è stato possibile definire l'intero mondo vivente dell'acquifero: dai batteri, ai funghi e a tutti gli animali che compongono questo ecosistema nascosto e che descrivono le interrelazioni con gli ambienti di superficie e altri ospiti delle grotte, come i pipistrelli, che lasciano nelle acque le loro tracce. Le tecniche testate a Locoli e all'acquedotto di Fruncu 'e Oche, sono state accettate come standard dai membri del progetto europeo Biodiversa+ Sub-BioMon (dedicato al monitoraggio biologico delle grotte) e verranno dunque applicate con le stesse modalità alle grotte di Slovenia, Romania, Ungheria, Belgio, Lussemburgo e altre regioni d’Italia, creando così un network europeo di monitoraggio.

«Le novità che emergono dallo studio biologico dell’acquifero del Monte Albo – dice il geologo Francesco Murgia – mettono le acque carsiche della Baronia al centro dell’Europa. A conclusione dello studio le comunità di una vasta porzione della Riserva MaB Unesco potranno contare su uno strumento conoscitivo fondamentale per valorizzare le risorse idriche sotterranee a vantaggio di tutto il territorio». Il progetto sulla biodiversità delle acque sotterranee del Monte Albo per la prima volta si è proposto di applicare innovative analisi del Dna ambientale a un complesso acquifero carsico. La ricerca sta fornendo nuovi dati sulla biodiversità, gettando le basi per un futuro monitoraggio degli acquiferi fondato sul filtraggio delle acque.

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