La Nuova Sardegna

Nuoro

L’emergenza

Dermatite contagiosa dei bovini: nella zona rossa 19 comuni e 3500 aziende

di Simonetta Selloni
Dermatite contagiosa dei bovini: nella zona rossa 19 comuni e 3500 aziende

L’Unità di crisi chiamata a decidere sul blocco della movimentazione

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Nuoro Dermatite nodulare contagiosa dei bovini, stamane, 23 giugno, alle 10 si riunisce l’Unità di crisi composta dal ministero della Sanità, Regione e Aziende sanitarie locali comprese nell’ara di di protezione e sorveglianza individuata dopo l’accertamento di un focolaio di Lumpy skin desease, in un allevamento bovino di 130 capi compreso tra i territori di Nuoro e Orani. È il primo caso di Lsd registrato nell’isola ma anche in Italia: la conseguenza immediata è stata il blocco della movimentazione dei bovini, ma anche dei suini, ovicaprini ed equini, nei 52 comuni di competenza della Asl di Nuoro, disposto dal Servizio di Sanità animale. Dopo la conferma avuta sabato sera dall’Istituto zooprofilattico di Teramo (centro di referenza nazionale per la sanità animale), la misura è stata sostituita dal blocco della movimentazione dei soli bovini in un raggio di  20 chilometri come zona di protezione e 50 come area di sorveglianza.

La “zona rossa” comprende 19 comuni, quella di sorveglianza ne include decine, nelle province di Nuoro, Oristano, Sassari, Gallura, Ogliastra, e lambisce i confini con la provincia del Sud Sardegna, per oltre 110mila capi di bestiame e 3500 aziende. Non si esclude però che, viste le proporzioni e la estrema facilità con cui si diffonde il contagio, il blocco della movimentazione possa essere esteso a tutta l’isola. Ma questa è una misura che scaturirà proprio dall’Unità di crisi.

Per il presidente regionale di Coldiretti, Battista Cualbu «In un momento storico in cui, grazie agli accordi di filiera, eravamo riusciti a ottenere prezzi mai visti per i bovini, questa è una autentica mazzata». Reazioni anche da parte delle altre associazioni di categoria: la Confagricoltura Sardegna attraverso il presidente Stefano Taras chiede «la rapida istituzione di una task force tra ministero della Sanità e assessorato regionale», rimarcando la disponilità dell’associazione ad assicurare la massima collaborazione; la Cia Sardegna, oltre a sollecitare interventi immediati per fronteggiare l’emergenza e bloccare la diffusione del virus, si appella alla Regione e alle istituzioni perché «rispondano all’ennesima sciagura che colpisce gli allevamenti isolani». Il comparto rischia di subire un contraccolpo durissimo, non solo per i capi che, in caso di focolaio accertato, verranno abbattuti (come avverrà per i 130 capi del focolaio nel quale è stato individuato il contagio), ma anche per il blocco che si tradurrà in giorni di ferma in più, con maggior dispendio di mangimi, e aggravio di spese generali per gli allevatori.

Agli allevatori è arrivata la raccomandazione, da parte dell’assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi e dai veterinari del Servizio di Sanità animale della Asl, di affinchè informino subito i servizi veterinari competenti per territorio già alla comparsa dei primi segni da malattia degli animali: febbre, inappetenza, abbattimento, perdita di peso, ottundimento del sensorio. Non bisogna attendere la comparsa dei caratteristici noduli cutanei, perchè la tempestività dell’intervento è fondamentale, intanto per circoscrivere il contagio, e quindi per il bene stesso dell’animale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA (maggiori dettagli nel giornale in edicola il 23 giugno)

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