La Nuova Sardegna

Nuoro

Sicurezza e territorio

Cinque anni di “Strade sicure”, l’Esercito sorveglia le carceri


	I militari della Brigata Sassari davanti al Cpr di Macomer
I militari della Brigata Sassari davanti al Cpr di Macomer

Militari impegnati a Nuoro a Badu ‘e Carros e Macomer al Cpr

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Nuoro La rocambolesca evasione del boss del Gargano Marco Raduano, che il 24 febbraio 2023 era scappato calandosi dal muro di cinta del carcere di Badu ’e Carros, dopo aver confezionato una corda artigianale fatta di lenzuola annodate, aveva suggerito la necessità di intensificare la sorveglianza attorno al penitenziario, definito per antonomasia di massima sicurezza. E infatti, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica aveva deciso, un anno dopo (il boss era stato arrestato il 2 febbraio 2024 in Corsica), su impulso dell’allora prefetto Giancarlo Dionisi, aveva deciso l’impiego dei militari nella vigilanza esterna dell’istituto, di supporto alla Polizia penitenziaria. Una scelta in qualche modo favorita dagli interventi, seguiti all’evasione di Raduano, del procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio e del procuratore distrettuale antimafia Rodolfo Sabelli. Nuoro è quindi uno dei due punti sensibili sui quali si concretizza in Sardegna l’impiego dell’esercito nell’ambito del programma “Strade sicure”. Badu ’e Carros e Macomer: vi sono impegnati i militari del 5° Reggimento Genio guastatori della Brigata Sassari. “Strade sicure” è un modello operativo attivato esattamente 17 anni fa (era il 4 agosto 2008) che a livello nazionale prevede l’impegno dell’Esercito con le forze dell’ordine, per rafforzare il presidio del territorio e la sicurezza di quelli che vengono definiti . I militari della Brigata Sassari a Macomer sono impiegati attorno al Centro di permanenza per i rimpatri nella zona industriale di Bonu Trau (l’ex casa mandamentale), dal 2020, con qualifica di agenti di pubblica sicurezza. Con le forze dell’ordine hanno il mandato di collaborare alla prevenzione di tentativi di fuga, e dovrebbero contribuire alla tutela dell’incolumità del personale in servizio, e dei cittadini stranieri rinchiusi in attesa di rimpatrio. Il personale dell’Esercito impiegato nelle attività di vigilanza a Badu ’e Carros e al Cpr ha seguito un iter addestrativo specifico. Questo comprende lezioni di tiro, tecniche di primo soccorso, nozioni giuridico-legali e il metodo di combattimento militare, un sistema di combattimento a distanza ravvicinata sviluppato dall’Esercito per garantire un intervento che dovrebbe essere efficace, tempestivo e proporzionato in ogni situazione. La Sardegna, e in questo caso la provincia di Nuoro, è uno dei tasselli del programma che prevede attualmente l’impiego di oltre 6.600 militari in 58 province italiane, a presidio di circa 1.000 siti sensibili. Tra questi, 200 unità sono impegnate nell’ambito dell’operazione “Terra dei fuochi”, mentre 800 militari operano nelle 21 principali stazioni ferroviarie italiane per l’iniziativa “Stazioni sicure”.(si.se.)

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