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Redentore, alla sfilata in costume parteciperanno 65 gruppi dall’isola

di Francesco Pirisi

	Un coro si esibisce davanti alla chiesa delle Grazie (foto Locci)
Un coro si esibisce davanti alla chiesa delle Grazie (foto Locci)

Il 24 agosto il corteo tradizionale, la sera al “Frogheri” il festival del folclore

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Nuoro Saranno 65 i gruppi in costume che prenderanno parte alla sfilata per il Redentore, nella mattinata di domenica 24 agosto. Tra loro 21 sono stati selezionati anche per il festival regionale del folclore, previsto nella serata, al campo “Frogheri”. Balli che saranno intervallati dalle esibizioni del canto dei “tenores” di Oliena (“Peppe Mereu”), “Santa Sarbana”, di Silanus, “Santu Bachis”, di Bolotana, “Untana Vona”, di Orgosolo, e “Antoni Milia”, di Orosei. Durante la serata prevista anche l’esibizione di tre sodalizi canori cittadini, tra i quali un quartetto “a cuncordu” e due cori polifonici, di quella che è nota come scuola nuorese di canto tradizionale. La pattuglia per la sfilata dei gruppi in abito tradizionale conferma la presenza dei capoluoghi storici. A iniziare da Cagliari con il “Quartiere Villanova”, per proseguire con il gruppo folk “Città di Sassari”, e l’omologo “Città di Oristano 1961”. Insieme a due associazioni di Nuoro, che apriranno la rassegna. La tradizione del costume e del ballo logudoresi sarà in città con alcuni tra i più conosciuti interpreti: dal gruppo “Tuffudesu”, di Osilo, all’associazione “Ittiri Cannedu”, per proseguire con Oschiri e la sua associazione culturale “Signora di Castro”. Nutrita la presenza delle città di maggior lignaggio. A iniziare da Alghero (Gruppo folk “Sant Miquel”), Iglesias (“Gruppo folk Meurredus”), Olbia (Associazione tradizioni popolari “Valle di Oleva” e Pro loco “Santu Nasciu”). E, ancora, l’Accademia tradizioni popolari “Città di Tempio”, e da Quartu Sant’Elena il gruppo della Pro loco. Dalle regioni storiche, per l’Ogliastra da segnalare l’Associazione culturale e folklore Lanusei e il gruppo folk “Sant’Andrea”, da Tortolì. Il Barigadu proporrà i ballerini della Pro loco di Samugheo, che costituiscono uno dei sodalizi più antichi della Sardegna. La Barbagia e il Nuorese saranno anch’essi in linea con le attese del pubblico. Vi hanno garantito la presenza il gruppo “Santa Lulla”, di Orune, l’associazione culturale “Murales”, di Orgosolo, il gruppo “Sas prennas”, di Bitti, l’associazione “Tiscali”, di Dorgali, e “Santu Cosomo e Santu Damianu”, di Mamoiada. Tra le novità il gruppo “Radiosa” di Olzai, comunità che di recente ha recuperato una delle fogge del costume tradizionale. Confermato il percorso per i duemila figuranti, con partenza da via Lamarmora (angolo viale del Lavoro), passaggio davanti alle Grazie, prima della risalita nel Corso Garibaldi, e la chiusura in piazza Santa Maria della Neve. Dov’è prevista la benedizione del vescovo. La selezione dei sodalizi è scaturita dal comitato tecnico-artistico, di cui hanno fatto parte l’assessore e il dirigente del settore Turismo e tre rappresentanti delle associazioni folcloristiche cittadine. Mentre rimane da definire la griglia delle amazzoni e dei cavalieri, che il 24 agosto sfileranno non appena chiusa la teoria dei costumi. In municipio c’è l’intenzione di accelerare i tempi d’iscrizione. Tanto che è stato messo a disposizione un servizio di supporto per le associazioni, affidato alla funzionaria Bernardetta Contu. Contattabile attraverso la mail bernardetta.contu@comune.nuoro.it. O telefonicamente, al numero 0784 216792. Il programma messo a punto dal Comune ha previsto per la serata di sabato 23 agosto l’esibizione delle maschere tradizionali. Percorso pressoché uguale a quello dei gruppi in abito tradizionale, che però terminerà nei giardini di piazza Vittorio Emanuele. Momenti di carattere profano che precederanno la celebrazione della ricorrenza religiosa, il 29 agosto, in cima all’Ortobene. Per la 125esima volta dalla collocazione, nel 1901, della statua bronzea, dello scultore Vincenzo Jerace. Che fu suggellata dalla messa, alla presenza di 6mila fedeli, di Nuoro e dei comuni del circondario. Abbigliati in costume, perché al tempo l’abito della quotidianità in Barbagia e nell’isola intera. In una fusione di fede e usi sociali, che hanno camminato di pari passo, per anni, in un unico momento celebrativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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