La burocrazia ha tempi troppo lunghi: la donna di Orune è morta in Germania
Maria Antonietta Sesto era caduta e si era fratturata il femore. Non si è fatto in tempo a riportarla in Sardegna
Nuoro È mancata in Germania, senza poter fare ritorno a casa, Maria Antonietta Sesto, la donna 74enne di Nuoro e con origini di Orune che dopo essersi recata a fare visita a un nipote, era rimasta vittima di un grave infortunio – si era fratturata un femore – che sommandosi a gravi complicanze di salute, le hanno impedito di fare ritorno in Sardegna con i normali mezzi di trasporto. Per lei, infatti, si era ipotizzato un rientro con mezzi altamente specializzati, ma con un costo eccessivo. Si era quindi mobilitato con appelli alle istituzioni e a tutti coloro potessero dare un aiuto, il comitato per la salute del centro Sardegna, “Allerta in Barbagia”. Tramite la portavoce Pina Cui aveva lanciato un appello, grazie al quale erano arrivate diverse proposte di aiuto. Ma per via delle lungaggini burocratiche e l’aggravarsi delle condizioni non si è fatto in tempo: la donna è deceduta in Germania. «Abbiamo inviato innumerevoli pec alle istituzioni – spiega Pina Cui – e fatto svariate telefonate all’ambasciata, ai ministeri e alla prefettura, nel tentativo di riportare Maria Antonietta a casa. In un primo momento, la situazione si era bloccata, motivo per cui abbiamo mantenuto il silenzio. Ma le condizioni della signora sono peggiorate e il foglio di trasporto, necessario per il rientro, non era più valido – dice Cui –. Questo documento è stato poi rinnovato solo dopo parecchi giorni. Spiace segnalare il silenzio della Regione sarda. Desideriamo però ringraziare di cuore i due cittadini che si sono offerti di donare delle somme, purtroppo insufficienti a coprire le spese per il rientro di Maria Antonietta. Un ringraziamento speciale va anche all’Associazione nazionale di azione sociale Claudio Cugusi, per aver offerto il trasporto in ambulanza gratuito, che purtroppo non era più fattibile a causa delle condizioni di salute di Maria Antonietta».