Don Sandro lascia Olbia: «In città avverto infiltrazioni mafiose, facciamo qualcosa»
Il parroco è uno degli artefici della rinascita del quartiere popolare Poltu Cuadu: «La Chiesa deve essere calata nella realtà e dialogare con le istituzioni civili»
Olbia Con lucidità, con un sorriso che ora è serafico e ora severo, riflette: «Un certo tipo di religiosità è l’oppio dei popoli». Trovate un altro sacerdote in grado di dirlo con facilità. Pochi, davvero pochi. Alla spiritualità, don Alessandro Fadda negli ultimi cinque anni alla guida della parrocchia di San Ponziano, a Olbia, ha affiancato la presenza attiva tra la gente. E questo glielo si riconosce nel dispiacere che aleggia da qualche tempo nel quartiere di Poltu Cuadu. Domenica 7 settembre alle 18 celebrerà l'ultima messa dalla chiesa bianca che si affaccia sul golfo di Olbia.
“Don Sandro”, salesiano, si fermerà per un anno a Roma: «Devo sottopormi a due interventi non più rimandabili», poi è probabile che rimanga nella capitale. Occhiali sul naso, camminata purtroppo sempre più claudicante, don Sandro è uno degli artefici del cambiamento intrapreso dal quartiere a sud della città. Forse quello più rivoluzionato nei servizi, nella viabilità, nella presenza di attività commerciali. Punto di collegamento tra l’aeroporto e il centro di Olbia. Cagliaritano doc, di Sant'Avendrace, ha iniziato il suo percorso a Lanusei, poi è stato in missione, poi nel quartiere difficile di San Basilio a Roma, lì dove i preti sono preti di strada. A settembre 2020 è tornato nell’isola, a nord-est.
«È stata un’esperienza estremamente positiva, questo è un quartiere dove ci si può spendere», prova a fare un bilancio. Parla di Poltu Cuadu, ma ogni parola si riferisce a tutta Olbia. «Come diceva Paolo VI, è importante diventare un punto di incontro culturale, non solo ritualità».
Lui lo ha fatto proponendo, nel sagrato della chiesa che svetta e guarda il porto e il lungomare dall’altra sponda, una rassegna ogni estate. Ha messo al centro il tema del lavoro e ha chiamato a parlare, in talk di straordinaria modernità e apertura, imprenditori, politici, sindacati, vertici ecclesiastici, nomi di spicco regionali e nazionali.
Ora cosa lascia? «Come diceva papa Francesco e come dice papa Leone XIV, bisogna dare speranza alla gente, e protagonismo, sia nella vita ecclesiale che politica. Sono preoccupato per Olbia, avverto forti infiltrazioni mafiose. Uno sviluppo della città così estremamente positivo chiama anche i soldi di chi vuole guadagnare a tutti i costi».
Don Sandro Fadda ha il merito di aver avvicinato tante persone alla chiesa di San Ponziano e ai salesiani, «ma l'evangelizzazione non dev'essere imposizione. Si tratta di fare qualcosa per la gente e sapere davvero qual è la realtà in cui si vive». Mima il gesto della preghiera, «non serve solo questo».
Qualcuno in passato gli diede del «sindacalista». Ci scherza su. In ogni caso non è un appellativo che crede lo allontani dal suo ruolo. Da metà settembre a San Ponziano arriverà un nuovo parroco, «don Francesco Valente, ha 45 anni, livornese. Per indole e mentalità progettuale, farà bene. Un consiglio? Entrare in relazione con il contesto, con le istituzioni civili anche. In questa città bisogna camminare insieme».