Maddalena Carta e il superlavoro: “Medici isolati e sovraccarichi”
Le associazione dei medici dopo il decesso della dottoressa: è una morte sul lavoro. Oggi, sabato 27, i funerali
Dorgali L’etica del lavoro come paradigma di vita. Era così, Maddalena Carta, dottoressa di base a Dorgali, morta a soli 37 anni dopo essersi sentita male alla fine del turno di lavoro. Sarebbe stata una polmonite bilaterale virale la causa di quel malore non improvviso, piuttosto trascurato, messo da parte perchè c’erano i suoi pazienti di cui avere cura. Milleottocento, e non solo: da alcuni giorni due dei quattro medici di base di Dorgali (ai quali si aggiunge una pediatra e il medico dell’Ascot), erano fuori dal lavoro, per malattia anche loro. Perchè anche i medici si ammalano, e a volte trascinano malesseri e disagi relegandoli in secondo piano per non far venire meno l’assistenza ai loro pazienti.
«Era così Maddalena, aveva trascurato i segnali che l’organismo le mandava perchè non voleva lasciare i suoi assistiti, tanto più dopo che due dei suoi colleghi si sono dovuti assentare per malattia», dice la sindaca di Dorgali Angela Testone. Un mettersi a disposizione totale, in un momento in cui i medici sono davvero pochi, e quelli in servizio, praticamente tutti massimalisti, si fanno spesso carico dei pazienti rimasti senza assistenza. Fino a quando l’organismo non obbliga a fermarsi, in questo sistema dove accade anche che il senso del dovere faccia quasi sentire una colpa l’ammalarsi o il dover rallentare. Performanti a ogni costo.
«Non si era sicuramente risparmiata. Al personale del 118 che la soccorreva, ha detto che sperava di risolvere in fretta la questione perchè c’erano i pazienti che avevano bisogno di lei», aggiunge ancora Angela Testone. La dottoressa non pensava certamente che l’evoluzione sarebbe stata così brutale, così tragica. «Siamo davvero sconvolti, e allo stesso tempo dobbiamo ora pensare a garntire l’assistenza ai pazienti di Maddalena. Ieri all’Ascot c’era una fila lunghissima» dice ancora la sindaca Testone. Ieri, dopo aver parlato con il servizio di Medicina di base della Asl, ha ottenuto che venisse bandito con urgenza un ulteriore posto per un medico all’Ascot. E ha trovato un’altra dottoressa che resterà in servizio a Dorgali per almeno tre settimane, per dare il tempo di colmare un vuoto, almeno per quanto riguarda il lavoro, che ai dorgalesi sembra incolmabile. C’è una tristezza profonda proprio perchè sembra assurdo che le conseguenze di un lavoro che viene spinto oltre ogni limite, possano essere così estreme.
Un tema sul quale bisognerà interrogarsi, e che ha certamente a che fare con i carichi pesanti del sistema sanitario, dove davvero il riposo sembra essere diventato una chimera, figurarsi la malattia. E di “un’altra inaccettabile morte sul lavoro” parla Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici mentre la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, nell’esprimere il cordoglio per la scomparsa della dottoressa Carta, evidenzia come questo epilogo tragico “impone una riflessione e un appello verso le istituzioni a trarre le indicazioni sulle reali esigenze della medicina del territorio”. Il presidente della Simg, Alessandro Rossi sottolinea come «La Sardegna, con le sue aree interne e i suoi piccoli centri distanti dai grandi ospedali, è un esempio evidente della necessità di modelli adattati alla realtà locale, capaci di garantire prossimità, continuità e sicurezza. Non possiamo più permettere che siano i singoli professionisti, isolati e sovraccarichi, a reggere da soli il peso di un sistema che necessita di riforme profonde e di investimenti strutturali».
Maddalena Carta, il 4 ottobre, avrebbe dovuto fare da moderatrice in un convegno all’Istre a Nuoro sul tem a dellafibrosi idiopatica e malattie rare nel polmone. Maddalena Carta era stata una delle fondatrici dell’associazione malattie rare polmonari. Per una singolare coincidenza del destino, la sua morte sarebbe stata in qualche modo legata a una patologia dell’apparato respiratorio. Ieri il consiglio comunale di Dorgali si è riunito e ha osservato un minuto di silenzio. Oggi i funerali, e poi le Cortes apertas, nel segno della sobrietà.
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