La Nuova Sardegna

Olbia

Incendi, altri tre roghi nella notte alle porte di Olbia

di Antonello Palmas
Incendi, altri tre roghi nella notte alle porte di Olbia

Gli incendiari avrebbero le ore contate. La Forestale avrebbe scoperto alcuni degli autori dei roghi che martedì hanno minacciato la città fino a mezzanotte

02 agosto 2012
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OLBIA. Non si sono fermati nemmeno con l’oscurità, i criminali del cerino che avantieri hanno messo in scena una delle giornate più terribili per una città come Olbia, da qualche anno loro obiettivo dichiarato. Prima della mezzanotte avevano nuovamente colpito appiccando il fuoco in via Cina e riaccendendo un rogo già spento a Isticcadeddu.

Altri tre principi di incendio, di sicura natura dolosa questa notte hanno tenuto svegli gli abitanti del quartiere di zona Bandinu. Fortunatamente l’assenza di vento e l’immediato intervento dei vigili del fuoco ha consentito di spegnere subito le fiamme.

Questa volta gli incendiari potrebbero essersi traditi: il Corpo forestale ha convocato per oggi pomeriggio una conferenza stampa nella quale annuncerà gli sviluppi delle indagini sugli ultimi incendi che hanno minacciato Olbia. E dalla soddisfazione che trasudava da tutti “pori” del comunicato, c’è da giurare che alcuni responsabili sono stati individuati.

Sarebbe un gran colpo nella lotta contro i delinquenti che anche questa volta hanno cercato di portare la morte nel capoluogo gallurese. San Vittore, Sa Corroncedda (fiamme persino nell’aeroporto, chiuso per tre ore), Isticcadeddu (fuoco a un passo dalle abitazioni): 60 gli ettari in fumo, non tantissimi, ma a ridosso delle case. Per un giorno si è rivissuto il terrore che ormai ogni anno bussa puntuale alle porte della città, con gente in fuga, abitazioni e capi di bestiame bruciati.

Ma a chi ha architettato tutto ciò non bastava. Persino alla mezzanotte di avantieri, dopo ore e ore di roghi appiccati ripetutamente e in più punti della periferia di Olbia, vigili del fuoco e protezione civile erano ancora impegnati a spegnere fuochi: in particolare in via Cina, una viuzza in zona Bandinu, che confina con un canale e un’area privata con alti alberi. Qualcuno ha cercato il colpo finale dando alle fiamme il canneto che costeggia il rio, provocando il panico tra gli abitanti delle case vicine. Proprio mentre vigili del fuoco e protezione civile, intervenuti tempestivamente, riuscivano a evitare il peggio in un’area che confina con l’Ipia, giungeva la notizia che il fuoco aveva nuovamente fatto capolino a Isticcadeddu, dove qualcuno ha provato a completare l’opera iniziata di giorno. A quell’ora non era possibile fare intervenire i mezzi aerei che hanno contribuito in maniera decisiva a evitare danni peggiori. Arde anche il fuoco della polemica, per quello non servono i Canadair: a innescarlo le severe dichiarazioni di Giancarlo Muntoni nei confronti del Comune, accusato di non aver fatto prevenzione e non aver fatto rispettare le ordinanze. Il capogruppo di minoranza in consiglio comunale, Marco Piro, annuncia che l'opposizione ha chiesto la convocazione di una seduta urgente e aperta: «È una vergogna – dice – che il Comune solo il 1° agosto abbia dato in appalto a un’impresa la gestione degli sfalci nelle aree comunali». E giudicando inaccettabile che si puniscano i privati (per i quali è spesso più complicato pulire le aree di competenza, dato che occorrono spesso delle autorizzazioni della Forestale) mentre l’amministrazione non dà il buon esempio lasciando il fieno nelle aree pubbliche». Protestano anche i rappresentanti dei cittadini. Per Carla Spano, portavoce degli abitanti di via Cina, «il fatto che il Comune abbia disatteso – afferma – l’ordinanza regionale sulla pulizia, che aveva come termine perentorio il 15 giugno, non fa altro che alimentare la “malattia” di chi appicca il fuoco. L’inerzia è colpevole come la mano che appicca il fuoco». Antioco Tilocca (presidente del comitato Isticcadeddu): «Inammissibile che l’area (privata) da cui è partito il rogo che ci ha minacciato sia stata lasciata preda di sterpaglie altissime. Fortuna che il vento non spirava in senso contrario, sarebbe stato un disastro, c’è anche un sugherificio».

«Gli incendi di Sa Corroncedda e San Vittore sono già stati vissuti – dice il responsabile della forestale a Olbia, Giovanni Manca – e questo conferma che le ordinanze non vengono rispettate. Non esiste che l’apparato regionale antincendi debba intervenire in città». Il comandante della polizia municipale, Gianni Serra, precisa che in via Cina le aree interessate dal fuoco sono private e i proprietari sono già stati sanzionati: «Olbia ha caratteristiche urbanistiche uniche, per via dei canali. Ed è cresciuta in maniera disordinata. Ma noi stiamo producendo uno sforzo straordinario, partito a giugno con la campagna di prevenzione, per poi censire i terreni e sanzionare. Le carenze del catasto certo non aiutano, piuttosto sarebbe bene lavorare in sinergia con gli altri corpi, come quello forestale, che hanno capacità sanzionatoria: i risultati sarebbero certamente migliori».

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