La Nuova Sardegna

Olbia

La Fenice: «Servizio impeccabile alla Rsa»

I soci della coop replicano alla Cgil: «Scorretto giudicare l’operato di chi sta lavorando con passione»

20 febbraio 2013
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OLBIA. Non nascondono le difficoltà del momento, ma non accettano che venga messa in dubbio la qualità delle loro prestazioni. I soci della cooperativa La Fenice, gestore della Rsa Sole di Gallura, rispondono alla Cgil Funzione pubblica, che attraverso la segretaria Luisella Maccioni, aveva lamentato il mancato pagamento degli stipendi e l’assenza di una programmazione sulla qualità del servizio. «La qualità del servizio non può e non deve essere messa in discussione – scrivono in un documento 24 soci-lavoratori della coop amministrata da Gianfranco Nizzardo –. I lavoratori che operano all’interno di questa struttura, fin dal 2004, sono professionisti qualificati che hanno a cuore lo stato di salute e la dignità dell’ospite, nonostante le grosse difficoltà che ogni giorno si trovano ad affrontare. Il riconoscimento più grande, e per noi più importante, relativo al nostro operato e alla qualità del servizio offerto, ci è stato manifestato dal comitato dei familiari, che ha ringraziato tutta l’organizzazione per il lavoro che ogni giorno portiamo avanti con passione e dedizione, nell’interesse esclusivo di favorire il benessere dei nostri pazienti. Cosa che, di certo, non varia in base alla corresponsione regolare dello stipendio. Insomma, questo parametro non può essere utilizzato per misurare la qualità di un servizio prestato. Di qui, il nostro profondo rammarico per le parole della Cgil: non è corretto puntare il dito e giudicare l’operato dei dipendenti che ogni giorno svolgono il proprio lavoro con diligenza». Il comitato dei familiari degli ospiti della residenza di via Tavolara era, invece, intervenuto a sostegno dei lavoratori in un convegno organizzato al museo. «Non nascondiamo la nostra difficoltà e il nostro travaglio interiore nell’aver dovuto staccare i nostri cari dalla famiglia per inserirli in una struttura diversa dalla loro abitazione – ha affermato il presidente del comitato Matteo Moro –. Quando però le condizioni dei nostri cari sono diventate insostenibili abbiamo dovuto ricorrere a un servizio appropriato per avere quelle "risposte di salute" che noi non eravamo più in grado di dare. Per questo ci siamo rivolti alla Rsa, dove operano solo professionisti formati e preparati nella gestione dei casi critici. Con questo non sosteniamo che tutto sia rose e fiori, ma di certo l’affetto e l’empatia di tutto il personale nei confronti degli ospiti è per noi familiari segnale di estrema fiducia». (al.pi.)

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