La Nuova Sardegna

Olbia

Castellucci: «Temo che alzino il tiro»

di Giovanni Gelsomino
Castellucci: «Temo che alzino il tiro»

Alà, la reazione dell’assistente sociale al doppio attentato subìto: «Spero di restare qui». Solidarietà dal Consiglio

07 maggio 2013
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DEI SARDI. «Ho paura che alzino il tiro, e rendano difficile il mio lavoro che io credo di aver svolto sempre nel migliore dei modi». Parla tra i singhiozzi Bruna Castellucci, marchigiana, vittima di un grave episodio qualche giorno fa quando le due auto di proprietà della famiglia sono state date alle fiamme. Un atto che segue quello altrettanto grave verificatosi nel mese di novembre 2012 quando la sua autovettura era stata fatta oggetto di alcuni colpi di arma da fuoco sempre da parte di persone sconosciute.

«Sono venti anni che vivo in Sardegna, ho buoni rapporti con tutti, mai ricevuto una minaccia né qualcosa che potessi interpretare in questo senso. Non riesco a spiegarmelo, faccio il lavoro con entusiasmo, coinvolgendo anche i bambini con progetti sulla legalità e il rispetto delle regole, tutti mi conoscono: non mi sono mai nascosta dietro un dito».

È amareggiata, lo ripete più volte, ringraziando per la solidarietà ricevuta: «Alà è una comunità sana e saprà isolare balordi e delinquenti», e poi aggiunge tra le lacrime: «Non ho detto niente ai miei parenti perché non voglio che pensino che questa è la Sardegna, voglio che invece continuino a sapere che per me è la seconda patria io e la mia famiglia ci stiamo bene e vorremmo continuare a rimanere».

Intanto dopo quella del sindaco Mario Carta e della giunta è venuta anche la solidarietà da parte del consiglio comunale convocato domenica sera in seduta straordinaria alla presenza di un folto pubblico. «Respingiamo con fermezza la logica della violenza – ha detto tra l’altro il sindaco nel suo intervento -, l’idea di farsi giustizia da sé, il freddo rancore della vendetta. Rifiutiamo con orrore una cultura della violenza che non ci appartiene. Non permetteremo che essa entri e attecchisca oggi nella nostra realtà e nella nostra vita, non lasceremo spazi e possibilità di nascondersi o propagarsi».

Nel dibattito sono intervenuti per la maggioranza i consiglieri Antonio Scanu e l’assessore Eugenio Tucconi, per la minoranza Giampiero Brundu e Francesco Ledda. Dal dibattito è emersa una dura condanna “dell’atto criminale” ma anche l’esortazione a “guardare con attenzione alla realtà profonda, sotto le apparenze, con capacità di ascolto e di onesta riflessione, in quanto Situazioni di disagio, di precarietà, di difficoltà anche gravi non mancano ad Alà dei Sardi”.

Concetto ribadito dal parroco don Vittorio Falqui secondo cui è necessario partire dal basso, creare quella rete di solidarietà e di amicizia tra le persone e le famiglie. Il consiglio ha quindi votato all’unanimità un ordine del giorno dove si esprime piena condanna del vile atto intimidatorio; solidarietà nei confronti della Castellucci e della sua famiglia; ma anche l’impegno dell’amministrazione comunale a prodigarsi per alleviare lo stato di precarietà e di indigenza in cui vive un’intera fascia della popolazione a causa della grave crisi economica e della conseguente perdita del posto di lavoro. Il Consiglio ha anche espresso la totale fiducia nel lavoro degli inquirenti per assicurare quanto prima i responsabili alla giustizia, ed ha concluso chiedendo formalmente al Prefetto e alle forze dell’ordine una maggiore presenza ed un maggiore impegno al fine di prevenire e contrastare l’insorgere di simili episodi.

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