La Nuova Sardegna

Olbia

Un disastro ambientale sul fiume

di Angelo Mavuli
Un disastro ambientale sul fiume

Esposto da San Pasquale e Bassacutena: senza depuratore le fogne scaricano direttamente in acqua

13 dicembre 2014
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TEMPIO. Il mancato allaccio al depuratore, dei liquami fognari di Bassacutena che scaricano nel rio omonimo, affluente del Liscia, con conseguente inquinamento del fiume e della sua foce su quella che una volta era la splendida spiaggia della Sciumara, ha indotto i frazionisti di Bassacutena e San Pasquale a rivolgersi in massa, alla Procura della Repubblica di Tempio denunciando quanto sta avvenendo nell’impunità totale e per chiedere un intervento risolutore che ponga fine allo scempio naturalistico.

«Da un decennio – scrivono oltre 80 frazionisti che hanno firmato con tanto di riferimenti anagrafici la petizione – le nostre segnalazioni non hanno ottenuto altro che vuote promesse di interventi mai attuati. Eppure i finanziamenti pubblici ci sono stati per la realizzazione del depuratore (pronto da anni e mai però incredibilmente messo in funzione) e per l’acquisto di macchinari che giacciono totalmente inutilizzati ed alcuni già corrosi dalla ruggine. Manca invece l’allaccio, mai attuato per una serie di motivazioni burocratiche che, ormai in essere da circa sette anni, hanno solo il sapore della beffa e del disimpegno politico di chi ha amministrato e di chi amministra tuttora».

«Il risultato è che i due abitati di Bassacutena (frazione di Tempio) ed il contiguo abitato di Bulbuseddu ( frazione di Luogosanto) – si legge ancora nel ricorso –, versano le acque reflue delle loro fognature direttamente nel rio Bassacutena che si riversa a sua volta nel Liscia con conseguenze disastrose dal punto di vista ambientale in tutte le stagioni dell’anno. In primavera ed in autunno, con tutta una serie di inquinanti trasportati dalle piogge e dai fanghi, erosi dagli argini senza più vegetazione riparia, nel periodo estivo invece, con la foce, trasformata in una immensa e puzzolente fogna a cielo aperto. Tutto ciò, – scrivono ancora i ricorrenti di Bassacutena e San Pasquale che gravitano, soprattutto quest’ultimi, sulla spiaggia della Sciumara –, determina una situazione di gravissimo degrado. Non solo sulla foce ma sull’intero golfo del Liscia dove si estende la spiaggia più importante del territorio, tutto di enorme valore ambientale per i due comuni costieri di Santa Teresa e Palau e per i centri dell’interno che basano la loro economia anche sull’attività di balneazione e gli sport d’acqua, quest’ultimi per lunghi e in diversi periodi dell’anno. Paradossalmente, fanno notare alla Procura i ricorrenti, avere incanalato dalle antiche fosse settiche, anni or sono, le acque reflue verso il rio Bassacutena, senza però mettere in funzione il depuratore, ha reso ancora più grave la situazione sia dal punto di vista igienico sanitario che da quello ambientale e socio–economico».

Il ricorso «per conoscenza, opportune indagini ed interventi, ognuno per la propria competenza» dicono i frazionisti, è stato consegnato anche ai Carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico),  all’Arpas Sardegna, (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) e all’A.t.o.(Ambito territoriale ottimale).

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