La Nuova Sardegna

Olbia

“Il prete che vorrei”, concorso da record

“Il prete che vorrei”, concorso da record

Già migliaia le adesioni da parte degli studenti all’iniziativa organizzata dalla diocesi di Tempio

21 febbraio 2017
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TEMPIO. Forse non somiglierà al curato di campagna di Bernanos e nemmeno all'atletico don Matteo dell'omonima serie televisiva, ma l'identikit del prete ideale che verrà fuori dal concorso indetto da Seminario, Ufficio Scuola e Ufficio Catechistico della diocesi proporrà sicuramente più di un interessante elemento di riflessione. Di grande interesse sono, tanto per iniziare, i numeri che il concorso sta registrando, pur non essendo ancora scaduti i termini per l'iscrizione. Al momento, le domande pervenute all'organizzazione del premio sono più di 1400. Sono, tuttavia, destinate ad aumentare, perché diversi insegnanti di religione cattolica devono ancora consegnarle. Se si prova a definire il numero degli studenti coinvolti, si va poi ben oltre la soglia dei 1400, perché molte domande si riferiscono a gruppi classe. Ecco perché gli organizzatori ritengono fondatamente di aver raggiunto un numero complessivo di iscrizioni che può variare tra 3.500 e 4.000. Numeri straordinari, che la dicono tutta sulla felice intuizione avuta dagli organizzatori e da chi, tra di loro, ha pensato bene di rivolgersi agli studenti delle scuole di tutti gli ordini presenti nel territorio diocesano per dare ai ragazzi la possibilità di immaginare il loro prete ideale. La proposta del concorso è stata accolta con favore in tutte le scuole. Sulla base dei numeri sinora accertati, è possibile ripartire in questo modo il totale delle iscrizioni: 295 per la scuola primaria, 491 per la scuola media e 622 per la scuola superiore. Molte adesioni sono giunte anche dai detenuti di Nuchis. Se il tema interessa tutti gli studenti, è, comunque, vero che questo interesse diventa ancor più intrigante quanto più cresce la loro età. Dopo aver effettuato l'iscrizione, gli studenti dovranno mettersi all'opera. Avranno tempo a sufficienza per produrre gli elaborati con i quali proveranno ad aggiudicarsi uno dei premi messi in palio. Al buon esito del concorso dovranno contribuire in modo determinante gli insegnanti di religione.

«Questi - dichiara don Paolo Pala, rettore del Seminario diocesano - sono una preziosissima risorsa educativa dai molteplici risvolti formativi e pastorali, costituendo una figura da rivalutare nella scuola e da sostenere sempre più, specie oggi che si ventila l'abolizione dell'ora di religione, dimenticando che essa è presente nel curricolo scolastico come risorsa formativa culturale dalle proficue ricadute esistenzial».

Il concorso, inoltre, potrebbe propiziare una riflessione sulla figura del sacerdote e sulla scuola senza pregiudizi di sorta. «Occorre - dichiara sempre don Pala - superare diffidenze ed errate interpretazioni laiciste del ruolo della scuola e dell'istruzione per allacciare significative alleanze educative tra scuola, famiglia, chiesa, sport, arti e, per i più grandi, lavoro. In una visione d'insieme, non frantumati, non divisi, non sospettosi, non prigionieri di ideologie passate che hanno prodotto solo disastri». (g.pu.)

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