La Nuova Sardegna

Olbia

Festa di San Simplicio la processione diventa multietnica

di Dario Budroni
Festa di San Simplicio la processione diventa multietnica

Grande folla al passaggio del corteo e dei gruppi folk In prima fila l’Imam insieme alle comunità straniere

16 maggio 2017
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OLBIA. La città è tutta per strada. La gente si accalca sui marciapiedi per vedere San Simplicio portato in spalla dietro un serpentone di bandiere votive e costumi tradizionali. Qualcuno lancia petali di rose, altri pregano, i più devoti stendono grandi lenzuola bianche dai balconi. La processione è il momento più suggestivo della festa. L’attimo che attira di più l’attenzione, e che tutti vogliono immortalare nei loro smartphone, è però l’arrivo del santo davanti al municipio. In cima all’autoscala ci sono due vigili del fuoco: rovesciano una cascata di petali, le sirene dei mezzi salutano San Simplicio, la folla risponde con un lungo applauso. Poi il ritorno in basilica, attraverso il Corso.

I colori della processione. Le cose, il pomeriggio del 15 maggio, funzionano così da sempre. È con la processione che Olbia e la Gallura si stringono attorno a San Simplicio. Davanti a tutti, ieri, per la prima volta i rappresentanti di alcune comunità presenti in città, per rimarcare lo spirito multiculturale di Olbia. Bandiere del Senegal, della Tunisia, del Messico e del Pakistan portate da uomini e donne con addosso i loro costumi tradizionali. In prima fila anche l’Imam Hamadi Maalauoi. Subito dopo i colori dei gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna, più il suono delle bande di Olbia e Berchidda e i canti dell’Olbia folk ensemble. Davanti il santo il vescovo Sebastiano Sanguinetti, il parroco don Giovanni Debidda e i sacerdoti della diocesi. Dietro il sindaco Settimo Nizzi, la giunta comunale, l’assessore regionale Pierluigi Caria, il presidente del comitato organizzatore Lucio Petta e gli uomini delle forze dell’ordine. La processione, partita dalla basilica, ha attraversato le strade del centro. All’angolo tra corso Umberto e via Mameli, il solito intoppo. Le sbarre del passaggio a livello hanno infatti tagliato in due la processione per qualche minuto sino al passaggio del treno.

La messa col vescovo. Di mattina, sul sagrato della basilica, il vescovo Sebastiano Sanguinetti ha invece celebrato la solenne messa pontificale, con i canti del coro Lorenzo Perosi. Il vescovo, durante l’omelia, ha messo in evidenza il sacrificio del martire Simplicio, ucciso nel 304 a Olbia: «Le sue tracce sono evidenti nella fede di tutti noi. Lui è morto perché predicava l’amore e la fratellanza». Poi un passaggio sulla società di oggi: «Qui non corriamo il rischio del martirio, ma la nostra fede corre il rischio della cultura materialista, individualista e qualunquista, che demolisce i pilastri della vita sociale, come famiglia, scuola e Chiesa».

Fine della festa. I festeggiamenti si sono conclusi ieri sera al Fausto Noce con i gruppi folk che hanno partecipato alla processione sono stati protagonisti della rassegna presentata da Giuliano Marongiu.

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