Processo per usura ed estorsione a Tempio: un perito tradurrà dal napoletano
Sul banco degli imputati i fratelli Galizia e Coronas Affidato l’incarico per la trascrizione delle intercettazioni
OLBIA. Nuova udienza ieri nel palazzo di giustizia di Tempio del processo a carico dei fratelli Umberto e Marco Galizia di Pozzuoli e Guglielmo Coronas, di Olbia, accusati in concorso di usura ed estorsione. Su richiesta dei difensori dei tre imputati, gli avvocati Angelo Merlini, Antonio Di Marco e Riccardo Polidoro, e del pubblico ministero, il tribunale collegiale presieduto da Alessandro di Giacomo ha nominato il perito per la trascrizione delle intercettazioni e un esperto di dialetto napoletano, mentre l’audizione dei testi prevista per ieri è stata rinviata alla prossima udienza, fissata per il 21 marzo.
Secondo l’accusa Umberto Galizia avrebbe prestato dei soldi, 130mila euro, a un imprenditore in gravi difficoltà economiche, applicando tassi usurari. La presunta vittima sarebbe stata minacciata più volte anche di morte dai fratelli Galizia e da Coronas che svolgeva un ruolo da intermediario, perché restituisse i soldi, pretendendo da lui ulteriori 170mila euro per interessi. Nel gennaio 2014 era scattato l’arresto da parte dei carabinieri.
Il processo si è aperto il 5 aprile scorso. E subito il difensore di Umberto Galizia, l'avvocato Antonio di Marco, aveva avanzato una istanza al collegio giudicante di rimessione del procedimento penale ad altra autorità giudiziaria sostenendo «la mancata serenità dai magistrati tempiesi a giudicare questo caso». Il difensore aveva avanzato il dubbio che i fatti riguardanti il suo assistito fossero alla base di una situzione di disagio tra i magistrati del tribunale di Tempio e della stessa Procura relativamente alla caso giudiziario riguardante l’ex gip del tribunale di Tempio Vincenzo Cristiano, indagato per corruzione in atti giudiziari anche per il procedimento riguardante Umberto Galizia.
Di parere opposto era stato il legale del coimputato Guglielmo Coronas, il penalista Angelo Merlini, il quale si era opposto alla trasmissione degli atti alla Cassazione sostenendo «l’imparzialità e la serenità dei giudici del tribunale gallurese». La quarta sezione della Corte Suprema aveva rigettato la richiesta di «rimessione di processo ad altra autorità giudiziaria», stabilendo che a giudicare Umberto e Marco Galizia e Guglielmo Coronas saranno in magistrati del tribunale collegiale di Tempio.
