La Nuova Sardegna

Olbia

Telti, l'ultimo saluto al motociclista: «Addio Gian, ci sorriderai da lassù»

di Stefania Puorro
Telti, l'ultimo saluto al motociclista: «Addio Gian, ci sorriderai da lassù»

Un corteo di centauri e una folla immensa per i funerali di Gianluca Carta, morto domenica sulla Olbia-Golfo Aranci

19 settembre 2018
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TELTI. Il cielo grigio e irrequieto, poco prima delle 11 di ieri, riesce a trattenere la pioggia. Mentre centinaia di persone si dispongono silenziosamente in cerchio, nella piazza della parrocchia di Santa Vittoria, con gli occhi gonfi per le tante lacrime versate.

Poi il rombo improvviso. Sempre più forte, sempre più vicino. E’ quello di un corteo infinito di motociclette dei club della zona e, soprattutto, dei “Blues Brothers Bikers”. Tutti insieme, uniti in un dolore grandissimo, per accompagnare Gianluca Carta verso il suo ultimo viaggio. “Gian”, come tutti lo chiamavano, era originario di Nuoro ma viveva a Telti da diverso tempo. Ed è qui che aveva sposato la sua Federica.

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La commozione è fortissima. Strazianti i momenti che si vivono fuori e dentro la chiesa di Telti, incapace di contenere così tanta gente. La folla si stringe in un grande abbraccio attorno alla famiglia, tantissimi ragazzi e molti colleghi di lavoro scuotono la testa ripetutamente perché non vogliono e non possono credere che “Gian” non ci sia più.

E’ volato via, tragicamente, a 34 anni, domenica a mezzogiorno. Dopo un terribile incidente sulla panoramica Olbia-Golfo Aranci, in sella alla sua Kawasaki 600. Ieri, nel giorno dei suoi funerali, chi lo ha amato, conosciuto e frequentato si chiedeva ancora - in attesa che venga chiarita la dinamica - come sia potuta accadere la tragedia.

«Era prudente, Gianluca - dice Silvano, uno dei suoi amici più cari - e ripeteva spesso: “Io vado piano, perché ho una famiglia”. Amava alla follia la sua Federica e i suoi due bambini. Amava la vita. No, non può aver fatto nulla di azzardato in sella alla sua moto. O si è trovato davanti un ostacolo improvviso che lo ha costretto a frenare, oppure potrebbe esserci stato un guasto meccanico. Ci aveva mandato un messaggio, domenica, prima di muoversi. Ci aveva detto che gli avevano spostato l’orario di ingresso al lavoro e aveva una mezzoretta libera per andare a fare qualche foto. Sono state le sue ultime parole. Poi la terribile notizia: Gianluca non c’era più. Ma lui, il suo sorriso unico, la sua generosità, la sua bontà e le sue battute, saranno sempre con noi».

Anche don Saverio, parroco di Telti, ha pianto durante la messa. E le sue parole si sono spesso spezzate. Sì, perché il sacerdote era molto legato a Gianluca. «Pure domenica - ha detto - ho guardato il suo profilo Facebook-. Ho sempre fatto fatica a comprendere questa grande passione per le moto. Poi però ho capito che cosa significasse. Per lui il club “Blues Brothers Bikers”, del quale era presidente, era una grande e importante famiglia. Ci volevamo bene, scherzavamo, ridevamo. Io lo prendevo in giro e lui faceva altrettanto. Era un ragazzo meraviglioso, che aveva un grande rispetto per tutti, con il suo sorriso unico e la sua infinita generosità d’animo. Era un giovane scatenato e gioioso, ma per certi versi un po’ all’antica soprattutto per la devozione nei confronti della moglie Federica. Il dolore è fortissimo, ma in questo poco tempo Gianluca ci ha dato veramente tanto. E sarà una ricchezza che porteremo sempre con noi».

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