La Nuova Sardegna

Olbia

Strade rurali nel degrado crescono disagi e proteste

di Angelo Mavuli
Strade rurali nel degrado crescono disagi e proteste

Nelle campagne di diversi paesi dell’Unione dei Comuni la viabilità è precaria Luciano: «Dopo anni di segnalazioni, i territori vengono lasciati nel dissesto»

11 ottobre 2019
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TEMPIO. I recenti acquazzoni autunnali, neanche tanto violenti, che si sono abbattuti anche in alta Gallura, hanno riportato prepotentemente d’attualità lo stato di abbandono e degrado della viabilità rurale: non solo nel comune di Tempio ma in tutti i comuni facenti parte dell’Unione. Dove l’attenzione sembra essere concentrata soprattutto sui grandi progetti della validissima programmazione territoriale, senza però considerare i problemi delle stradine rurali.

E’ il caso per esempio di una famiglia di Calangianus che abita in campagna, costretta quotidianamente a percorrere (per andare al lavoro e per la scuola dei ragazzi), un stradina che una volta era di proprietà delle Ferrovie della Sardegna e che oggi è terra di nessuno. Rimandata dal Comune alla Comunità Montana e viceversa, la famigliola non sa più a che santo votarsi. Le proteste per il dissesto delle strade rurali però, non arrivano solo da Calangianus.

Si lamentano da Santa Teresa da Trinità e Badesi, da Bortigiadas e Luras, da Luogosanto e Tempio, comprese le frazioni. A farsi carico del problema, è stato ieri Nicola Luciano, segretario del Pci, residente anche lui in campagna che, a suo tempo, in qualità di consigliere comunale nella giunta guidata da Romeo Frediani, aveva già affrontato più volte il problema.

«Rabbia, delusione e senso di abbandono - dice Luciano -, sono i sentimenti più ricorrenti di quanti sono costretti, anno dopo anno, a scontrarsi quotidianamente con il dissesto nel quale le amministrazioni comunali lasciano il territorio affidato alle loro cure». Nicola Luciano, a scanso di equivoci, non accenna alla sua zona di residenza ma parla a nome dei frontisti di Milizzana, di Beltulu Fundoni, di Lu Curosu, di Massima e San Giorgio a monte della Pischinaccia, oggi letteralmente chiusa per impraticabilità. «Suscita ilarità prima ancora dello sdegno - dichiara Luciano -, il recentissimo intervento sulla periferica Via Salerno, (zona Cimitero), bitumata sino al Molino e lasciata intonsa, invece, con le sue enormi buche di sempre, negli ultimi centro metri». Amaro, infine, il commento di Nicola Luciano sulla «totale disattenzione riservata da questo esecutivo ai Consorzi», da lui definiti “chiave” «per l’ottenimento dei contributi regionali.“Evidentemente per la giunta Biancareddu-Addis, abituata ad apparire fra luci scintillanti e gente magnificante, l’argomento strade rurali, campagne, allevatori, vignaioli e affini è troppo terra terra, non adatto ai loro distinti costumi».

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