La Nuova Sardegna

Olbia

Santa Teresa: riparte il traghetto Bastia, ma in banchina è la rivolta

Walkiria Baldinelli
Santa Teresa: riparte il traghetto Bastia, ma in banchina è la rivolta

«Abbandonati per 36 ore a Bonifacio e costretti a dormire sui camion e in auto»

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SANTA TERESA. I collegamenti tra la Sardegna e la Corsica sono ripresi dopo un giorno e mezzo di stop forzato per un guasto tecnico (l’ennesimo) al traghetto Bastia. Disagi per 150 passeggeri e trenta autotrasportatori bloccati nel porto di Bonifacio. «Siamo stati costretti a dormire sui camion, così come gli automobilisti e i loro parenti», racconta il portavoce degli autotrasportatori, Gavino Peigottu. Ai tempi del Coronavirus si inaspriscono le polemiche sul servizio a singhiozzo nell’ultimo mese della Moby. «Tra incidenti, guasti e sostituzione del Giraglia, fuori uso dall’incidente del 6 febbraio all’uscita del porto gallurese, siamo in piena emergenza sul fronte del trasporto marittimo transfrontaliero – tuona Peigottu -. Il nuovo capitolo della vicenda evidenzia criticità non più accettabili, perché ora tutti siamo chiamati, giustamente, a seguire le prescrizioni ministeriali e regionali. Il decreto consente la libera circolazione delle merci, noi autotrasportatori continuiamo a fare il nostro lavoro, ma dobbiamo essere tutelati. Perché un conto è caricare e scaricare la merce giornalmente, un altro è essere costretti, come in questo caso, a restare 36 ore abbandonati su una banchina, senza sapere se e quando potremmo ripartire. Perché al porto di Bonifacio, a differenza di quello di Santa Teresa, non consentono di restare nella sala d’attesa della stazione marittima anche dopo la chiusura della biglietteria. I passeggeri sono costretti a stare in mezzo alla strada anche di notte».

Stesse difficoltà anche sul fronte sardo. «I nostri colleghi rimasti bloccati a Santa Teresa hanno dormito sui mezzi – racconta l’autotrasportatore -. Perché ovviamente, rispetto allo stop di una settimana fa, ora non ci sono più le condizioni per passare la notte in una struttura ricettiva». Il traghetto della Moby ha ripreso a viaggiare alle 13.30 di ieri con due corse di andata e ritorno sulla tratta Santa Teresa-Bonifacio. Al porto gallurese i controlli delle forze dell’ordine sono serrati. Si applicano le disposizioni del piano di prevenzione del coronavirus: ogni passeggero viene controllato con il termo-scanner, lascia lo scalo solo dopo aver consegnato l’autocertificazione. Sul disservizio del trasporto marittimo in continuità territoriale della Moby, che ha firmato una convenzione triennale con la Regione per garantire i collegamenti da novembre a marzo di ogni anno, polemizza il coordinatore locale di Unidos. «Tra un guasto e l’altro, i viaggi del Bastia partono carichi di masserizie di tutti i generi e rientrano carichi di persone che, a causa del malfunzionamento del traghetto, hanno dovuto trascorre qualche giorno di vacanza forzata nella cittadina corsa di Bonifacio – afferma Gianni Usai -. Sarebbe interessante conoscere se tutti coloro che sbarcano, compresi gli autisti che fanno spola tra le due sponde delle Bocche di Bonifacio, in terra corsa siano sottoposti agli stessi controlli e misure di prevenzione italiane. Perché sono scali internazionali e vanno attuati provvedimenti precauzionali sulle due isole dirimpettaie».
 

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