La Nuova Sardegna

Olbia

Girolamo e Bianca Sotgiu nel destino c’era Tavolara

di Dario Budroni
Girolamo e Bianca Sotgiu nel destino c’era Tavolara

Le figlie Federica e Donatella ricordano i genitori sepolti nel cimitero dell’isola Antifascisti, a Rodi avevano salvato molti ebrei dai campi di concentramento

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OLBIA. La loro tomba è scavata nella sabbia. Girolamo e Bianca Sotgiu riposano per sempre accanto ai re pastori e pescatori, a ridosso della lunga e spettacolare spiaggia che d’estate si riempie di asciugamani e ombrelloni. È Tavolara l’isola che accoglie i due Giusti tra le nazioni. Così come è un’isola anche Rodi, ai tempi colonia italiana, la terra che unì per sempre le loro vite. Perché fu proprio nell’isola greca che Girolamo Sotgiu, olbiese, e Bianca Ripepi, calabrese, antifascisti, riuscirono a salvare diversi ebrei dalla deportazione nei lager nazisti. Compresa una bambina di nome Lina Kantor, che decenni dopo, ormai ottantenne, riuscì a incontrare in Sardegna i familiari dei Sotgiu. Un atto eroico che l’istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha poi studiato e approfondito, fino a conferire, nel 2016, il titolo di Giusti tra le nazioni ai due coniugi sepolti a Tavolara.

Insegnanti a Rodi. Girolamo Sotgiu, classe 1915, nella vita docente, storico, sindacalista e senatore comunista, proveniva da una famiglia antifascista olbiese. «Mio padre si trasferì a Rodi, che all’epoca era italiana, e lì fece l’insegnante in un liceo. Anche mia madre, che aveva l’avventura nel sangue, andò a Rodi da giovanissima per insegnare in una scuola elementare – racconta Federica, la figlia maggiore di Girolamo e Bianca -. Si conobbero lì, attraverso alcuni amici italiani in comune. Poi si fidanzarono e si sposarono».

Dalla parte giusta. A Rodi non rinunciarono mai alle loro idee, tanto che Girolamo venne anche arrestato e poi liberato grazie alla moglie. «Mio padre, di nascosto, teneva delle lezioni ad alcuni ragazzi ebrei. Il rischio era continuo» sottolinea Federica Sotgiu. Ma non solo. Grazie ad alcuni escamotage, come la falsificazione di documenti, durante l’occupazione nazista i coniugi Sotgiu riuscirono ad aiutare diversi ebrei. E destinata ai campi di concentramento era anche Lina Kantor, ai tempi una bambina. I Sotgiu, sempre falsificando i documenti, la fecero passare per figlia loro.

L’incontro con Lina. Nel 2002 Bianca Sotgiu raccontò quell’esperienza tra le pagine del libro autobiografico «Da Rodi a Tavolara». Un libro che, alcuni anni dopo, finì tra le mani del figlio della stessa Lina Kantor, in Sud Africa. «Si misero in contatto con noi e f uuna bella sorpresa» ricorda Federica. Così nel 2016, in occasione della cerimonia in Regione per il conferimento del titolo di Giusti tra le nazioni, si presentò anche Lina. «La sua famiglia ha sempre ricordato i miei genitori – racconta Donatella Sotgiu, anche lei figlia di Girolamo e Bianca -. E leggendo il libro di mia madre, Lina si è riconosciuta. Quando abbiamo accolto lei e la sua famiglia in Sardegna avevamo qualche timore. In fondo non ci conoscevamo. Io, per esempio, ai tempi di Rodi non ero ancora nata. Ma appena ci siamo visti è stato come se ci fossimo sempre conosciuti».

A Tavolara. La famiglia Sotgiu frequenta Tavolara, dove possiede anche una casa, da molti anni. «Ci abbiamo passato tante estati e con la piccola comunità dell’isola siamo diventati come una famiglia» spiega Federica. Per questo Girolamo e Bianca Sotgiu, lui morto nel 1996 e lei nel 2005, riposano nel piccolo cimitero dell’isola, dove svettano le corone dei re Bertoleoni. Qualche anno fa, sempre a Tavolara, si è anche svolta una piccola cerimonia organizzata dall’Anpi, alla presenza di Carla Nespolo, la presidente nazionale scomparsa di recente, del presidente gallurese Domenico Piccinnu e dei rappresentanti delle istituzioni.

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