Olbia, Li Gioi (M5s) e Meloni (Pd): «Sa Testa è un bene identitario intoccabile»
Il Cipnes, d'accordo con il Comune, vuole realizzare dei capannoni industriali. I consiglieri regionali: «Ben venga la nautica, ma nelle aree già compromesse di Cala Saccaia»
OLBIA. Nessuna esitazione sul futuro di Sa Testa. Per i consiglieri regionali Roberto Li Gioi, M5s e Giuseppe Meloni, Pd, il promontorio che guarda il faro simbolo della città non deve essere sfiorato dal cemento.
E nel caso in cui i vincoli di tutela integrale non dovessero bastare a proteggerlo dall'avanzata dei capannoni, i due esponenti politici galluresi sono pronti a dare battaglia per tutelare un bene identitario della città. Per Li Gioi e Meloni i 20 ettari ceduti dal Comune al Consorzio industriale per farne un polo turistico-ricettivo-nautico devono restare vergini.
Li Gioi ha anche presentato una interrogazione all’assessore all’Urbanistica, Quirico Sanna e agli assessori all’Ambiente e all'Industria, Gianni Lampis e Anita Pili. Chiede «quali azioni intendano adottare per preservare l'ecosistema e la fruibilità paesaggistica del promontorio di Sa Testa».
Il consigliere Li Gioi ricorda i vincoli su Sa Testa. Zona Hn, di interesse naturale nel Pdf e nel Puc. Vincolo paesaggistico di inedificabilità. Vincolo di conservazione integrale sulla base del Ppr. «Venti ettari sopravvissuti all’avanzata dei capannoni industriali che il Cipnes, con la complicità della giunta Nizzi, vuole trasformare in un polo turistico-nautico- ricettivo che potrebbe compromettere l'equilibrio dell'ecosistema di ciò che per gli olbiesi è un bene identitario».
L'esponente pentastellato chiede quale sia l’intento della giunta Nizzi. «La volontà di proseguire su una strada sbarrata mi indurrebbe a pensare che sia uno spot elettorale – conclude Li Gioi –. Di certo non abbassiamo la guardia. Non sono contrario a un polo turistico-ricettivo-nautico, ma di certo non a Sa Testa»
Il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, parte dalla data della pubblicazione della delibera del Cipnes. Primo aprile. Quella con cui il consorzio industriale ha ottenuto i 20 ettari di Sa Testa in cambio della cessione di otto ettari di Tilibbas.
«Sono rimasto particolarmente colpito, in negativo, rispetto all'accordo siglato in data primo aprile, e pubblicato solo da qualche giorno, tra il comune di Olbia e il Cipnes Gallura - dice Meloni -. Purtroppo, nonostante la data e l'oggetto della delibera facciano pensare a questo, non si è trattato di un pesce d'aprile, ma di un' incomprensibile decisione del Comune di rinunciare alla propria potestà pianificatoria urbanistica allo scopo di consentire al Cipnes di ideare e portare avanti un progetto di sviluppo in chiave edificatoria di quell'area di 20 ettari. Sa Testa, oltre ad essere patrimonio degli olbiesi e dei galluresi, è un vero e proprio patrimonio dell'umanità e la normativa sovraordinata che ne garantisce l'inedificabilità assoluta non può minimamente essere messa in discussione da accordi tra enti o tra i vertici degli stessi, raggiunti peraltro senza il men che minimo dibattito pubblico e ad opera di un'amministrazione comunale in scadenza di mandato».
Meloni si appella alla Regione: «Serve un intervento urgente della Regione, in particolare dell’assessore degli Enti locali Quirico Sanna, che esprime, per il tramite dell’amministratore della provincia il presidente del Cipnes, perché chiarisca senza fraintendimento o retro pensiero alcuno che quell’area è intoccabile - aggiunge Meloni -. Se dovrà essere riqualificata ciò verrà fatto mediante la pulizia e la valorizzazione dei percorsi ciclopedonali esistenti. Mi batterò con tutta la forza, esercitando il ruolo di controllore che gli elettori mi hanno assegnato, affinché vada in questo modo».
Nessuna contrarietà allo sviluppo della nautica. «Olbia ha tutte le carte in regola per mettere in piedi in altre aree, alcune delle quali peraltro già esistenti e che ricadono nella medesima area industriale già sviluppata - conclude Meloni - tutti gli spazi necessari per assicurare lo sviluppo della cantieristica nautica che rappresenta ormai una solida realtà nell'economia olbiese e gallurese, e che potrà essere incentivata senza dover distruggere una delle zone più pregiate e fortunatamente ancora vergini del litorale olbiese». (se.lu.)