La Nuova Sardegna

Olbia

La tragedia

Bimbo morto nel rogo di Bados: dopo due mesi nessun indagato

di Tiziana Simula
Bimbo morto nel rogo di Bados: dopo due mesi nessun indagato

L’inchiesta della Procura per omicidio colposo segna il passo

22 ottobre 2023
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Olbia. Il piccolo Samuel Imbuzan, 10 anni, era morto il 31 agosto scorso nel rogo che aveva avvolto il camper nel quale riposava, in uno spiazzo alle spalle della spiaggia di Bados, trasformato in un inferno. Una tragedia che ha toccato il cuore di tutti col suo carico di dolore e orrore per la morte di un bambino che fino a poche ore prima giocava felice al mare e si godeva le vacanze in Sardegna insieme ai suoi genitori (papà romeno, mamma di Rimini, città di residenza) e altre due famiglie.

Sono trascorsi quasi due mesi da quel terribile giorno. La Procura di Tempio ha aperto da subito un fascicolo per omicidio colposo ma, a oggi, nonostante gli accertamenti eseguiti finora, non ci sono ancora persone iscritte nel registro degli indagati. La famiglia della piccola vittima, attende una svolta nell’inchiesta. Ad assisterla, gli avvocati Antonello Desini, di Olbia, e Francesco Pisciotti, di Rimini (i legali non rilasciano nessuna dichiarazione).

Sono in corso i cosiddetti “accertamenti irripetibili” sui rottami dei camper, sulla bombola del gas e sul fornellino da cucina, indicati come la prima causa della fiammata che ha innescato l’esplosione e poi il rogo nel campeggio abusivo. La polizia giudiziaria ha anche accertato la proprietà del fornello, della bombola e del tubo: non appartenevano alla famiglia Imbuzan, ma ad altri amici che erano nel campeggio con loro. Erano stati sentiti nell’immediatezza della tragedia dai carabinieri e poi avevano lasciato la Sardegna per tornare a casa loro, in Romania. La ricostruzione di ciò che è accaduto quel giorno, con le attività di sopralluogo e gli accertamenti volti a stabilire le cause esatte dell’incendio, è stata invece affidata a una squadra speciale investigativa dei vigili del fuoco di Cagliari, incaricata dalla Procura.

Nelle mani degli inquirenti dovrebbero esserci insomma già elementi importanti. Ma a distanza di quasi due mesi dal rogo in cui ha perso la vita un bambino, non c’è ancora nessun indagato.

L’incendio che aveva incenerito due camper e una roulottes era divampato intorno alle 13.30 mentre le famiglie erano intente a preparare il pranzo con la cucina da campeggio collegata a una bombola, a circa un metro e mezzo, due metri di distanza dal camper dove si trovava Samuel. Una fiammata improvvisa e fortissima, avvertita dai presenti come un rumore forte, un boato, ha scatenato l’incendio che ha avvolto il camper, propagandosi poi altri mezzi. Il piccolo era morto carbonizzato. Il papà Daniel Romulus Imbuzan, era rimasto ustionato nel 40 per cento del corpo: aveva sfidato il fuoco e si era precipitato all’interno del camper buttandosi addosso al figlio nel disperato tentativo di salvarlo dalle fiamme, tra le urla disperate della madre Tatiana Lisi che era riuscita a uscire quasi indenne dall’abitacolo aggredito dal rogo. e moglie erano stati soccorsi e trasportati in elicottero all’ospedale di Sassari.

La famiglia italo romena era arrivata in città insieme ad altre due famiglie tre giorni prima della tragedia. Camper e roulottes si erano sistemati in un campeggio improvvisato e abusivo, in uno spiazzo ricoperto di macchia mediterranea, alle spalle della spiaggia di Bados. Il 31 agosto verso l’ora di pranzo, l’orrore: fuoco, urla e disperazione. In poco tempo, quel fazzoletto di terra è diventato un inferno che non ha lasciato scampo al piccolo Samuel. Due esplosioni sorde, in rapida successione, sono state sentite dai tanti bagnanti che affollavano la spiaggia, mentre una colonna di fumo nerissimo e denso si sollevava nel cielo. Uno spiegamento enorme di forze ha operato a lungo per spegnere il rogo che ha ridotto camper e roulottes in un groviglio di rottami inceneriti.
 

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