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In consiglio comunale

Olbia, i limiti allo skyline non convincono tutti: botta e risposta tra Corda e Monni

Olbia, i limiti allo skyline non convincono tutti: botta e risposta tra Corda e Monni

Il consigliere del Pd: «Interventi a orologeria». L’assessore all’Urbanistica: «La nostra è vera tutela»

14 giugno 2024
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Olbia. I limiti alle altezze delle case non convincono proprio tutti. O meglio, il Partito democratico non contesta l’idea generale ma mette comunque in fila un po’ di perplessità. E alla fine vota no. È stato l’assessore all’Urbanistica Bastianino Monni a portare la delibera in consiglio comunale. In poche parole accade questo: i limiti alle altezze degli edifici già approvati oltre due anni fa nella zona del lungomare sono stati estesi anche al resto del waterfront, da via Genova fino a via Dei Lidi passando per tutta via Nanni. Pure in questo caso sono stati individuati due criteri per gli stabili più vicini al mare: un massimo di 11 metri per gli edifici in prima fascia e un massimo di 13 per quelli che si trovano invece in seconda.

Per Monni si tratta di una soluzione per salvaguardare lo skyline della città e per evitare che, nell’ambito di progetti di demolizione e ricostruzione, vengano tirati su anche edifici di venti metri. Gianluca Corda, consigliere del Pd, non è però del tutto convinto. «Ne avevamo parlato già nel 2022 – dice Corda –, quando avevamo posto il problema di una norma a cui, in linea generale, possiamo essere favorevoli. Ma contestavamo, e lo facciamo ancora, la mancanza di una concertazione, di una pianificazione partecipata». Corda parla poi di «interventi spot» e «quasi a orologeria slegati da una pianificazione complessiva». E poi ancora: «Si chiude il recinto quando forse i buoi sono in parte scappati. Manca un’equità negli interventi. Cioè: si è andati incontro agli investitori in passato, non limitando tutta la linea di costa, mentre adesso, invece, chiudiamo i cancelli e non esce più nessuno. E questo con il rischio di una svalutazione degli immobili. Andiamo così ad alimentare i sospetti, l’idea di una città a due velocità, di una città dove per alcuni ci sono delle regole e per altri no».

L’assessore Monni ha subito risposto: «Lei tira le orecchie a chi una sensibilità urbanistica ce la mette da otto anni. Gli interventi realizzati dal 2022 a oggi sono zero. O meglio, gli interventi protocollati sono svariati, a memoria più di sei: tutti prossimi ad andare alla ricerca dell’edificato per portare a casa la massima cubatura. Noi, questi progetti, li abbiamo fatti rimbalzare tutti e abbiamo fatto in modo che queste strutture venissero realizzate nel rispetto della pianificazione futura della città». Infine: «Non ci sono realtà più chiare di quella di questa amministrazione, che porta avanti una proposta politica così restrittiva finalizzata a tutelare. È facile: c’è chi potrebbe costruire fino a 20 metri, ma noi mettiamo il limite degli 11 per dare la possibilità a chi sta in seconda fascia di vedere il mare». (d.b.)

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