La Nuova Sardegna

Olbia

La coop di Berchidda

Maxi finanziamento Argea per far crescere l’Oleificio Gallura

di Marco Bittau
Maxi finanziamento Argea per far crescere l’Oleificio Gallura

Approvato un progetto da quasi tre milioni per aumentare la produzione

3 MINUTI DI LETTURA





Berchidda Un’eccellenza tira l’altra. Dopo il vermentino docg, oggi c’è anche l’olio extravergine d’oliva nel portafoglio delle meraviglie dell’agrifood gallurese. Antico quanto le radici delle piante ai piedi del Limbara, ma cresciuto a lungo sotto traccia, da queste parti l’olio è un tesoro che viene da lontano, dalle Terre dell’oro verde. Il centro di gravità del pianeta olio è l’Oleificio Gallura, a Berchidda, una cooperativa agricola intercomunale con quasi 500 soci conferitori in tutta la provincia. Il presidente della coop è Angelo Crasta, imprenditore, che di Berchidda è stato anche sindaco. È lui il motore di una macchina partita in sordina sul finire degli anni Sessanta tra mille difficoltà e che adesso è diventata una realtà solida e in espansione.

È notizia di questi giorni il bando Pif (Progetti integrati di filiera) della Regione Sardegna, istruito dall’agenzia Argea per il sostegno all’Agricoltura, che ha visto assegnare all’Oleificio Gallura, capofila del progetto Oleum, un maxi contributo di due milioni e 230 mila euro a fondo perduto (due milioni e 844 mila euro la spesa complessiva ammessa). Il finanziamento è così ripartito: per i soci beneficiari primari, il contributo è dell'80% a fondo perduto, mentre per il capofila, l'Oleificio Gallura, è del 60%.

Come sarà impiegato il cospicuo finanziamento è tutto scritto nel progetto di filiera Oleum Gallura che ha partecipato al bando. «La priorità sono nuovi impianti e non capannoni o super trattori – spiega il presidente Angelo Crasta –. In Gallura la prima esigenza è quella di aumentare la produzione, quindi gli investimenti devono essere indirizzati verso l’avviamento di nuovi impianti e verso adeguamenti tecnologici con mezzi meccanizzati e moderni sistemi di irrigazione. Per nuovi impianti intendiamo anche il recupero di vecchi uliveti ormai improduttivi, in disuso, che possono essere invece una importante risorsa per aumentare la produzione».

«Insomma – continua il presidente – si tratta di lavorare sulla produzione in modo che sia moderna e funzionale dal punto di vista tecnologico e sostenibile dal punto di vista economico. Il ruolo della cooperativa è quello di mettere a punto un’organizzazione produttiva in grado di guidare un movimento importante con i suoi quasi 500 soci».

Dal punto di vista strutturale, L’Oleificio Gallura è una cooperativa agricola intercomunale che opera nel comparto olivicolo lungo tutta la filiera, dalla coltivazione all’estrazione, dal confezionamento alla commercializzazione dell’olio extravergine e dei sottoprodotti. C’è poi la parte didattica e divulgativa, di cui si fa pure carico la cooperativa. Lo stesso presidente Angelo Crasta tiene regolarmente corsi di educazione alimentare all’Università della terza età di Olbia e partecipa ovunque ci sia l’occasione di promuovere l’oro verde della Gallura, con le sue peculiarità e le sue caratteristiche organolettiche e salutistiche uniche (uno studio dell’Università di Sassari conferma che gli oli da cultivar bosana della Gallura hanno un profilo sensoriale, nutrizionale e salutistico unico al mondo, grazie al suolo granitico). «Negli ultimi anni – dice Angelo Crasta – abbiamo strutturato l’azienda in modo tale da offrire momenti di accoglienza e di approfondimento della cultura dell’olio e dell’ulivo».

Infine l’olio extravergine di oliva. Quello prodotto in Gallura è unico nel suo genere e nasconde un segreto, il granito. È prodotto con netta prevalenza della cultivar bosana, che è la specie di olivo più diffusa in Sardegna e che costituisce il 90% del patrimonio olivicolo gallurese. I terreni a disfacimento granitico conferiscono all’olio caratteristiche organolettiche e salutistiche particolari. Il risultato è un extravergine amaro e piccante, con sentori di carciofo ed erba appena tagliata. L’olio lavorato, imbottigliato e commercializzato si chiama “Terre dell’oro verde”, un nome ambizioso che evoca l’idea di un tesoro per certi versi ancora da scoprire e da valorizzare al meglio. 

Primo piano
Disagi in aeroporto

Volo per Firenze in ritardo di 18 ore: 140 passeggeri bloccati ad Alghero

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative