Portisco, continua il giallo: ancora da ricostruire le ultime ore del 21enne
Ancora mistero sulla morte di Giovanni Marchionni. Il legale della famiglia: «Si faccia chiarezza»
Olbia Il suono delle sirene è assordante. Le voci delle barche del porto di Bacoli si levano tutte insieme. È un modo per far sentire un po’ di affetto alla famiglia di uno di loro. Ma anche un modo per chiedere chiarezza, per avere al più presto una risposta. Ieri, domenica 10 agosto, il porto della cittadina adagiata sulla penisola flegrea, a nord di Napoli, ha virtualmente inviato un messaggio ai genitori di Giovanni Marchionni, che da sabato mattina sono invece a Olbia. Sono il padre e la madre del ragazzo di 21 anni trovato senza vita, tre giorni fa, nella cabina di prua di un motoscafo ormeggiato alla Marina di Portisco. Una morte che continua a essere avvolta nel mistero, quella del giovane campano. E lo sarà almeno fino a mercoledì mattina, quando a Sassari sarà eseguita l’autopsia. L’ipotesi più accreditata resta sempre quella di una morte dovuta alle esalazioni sprigionate da qualche impianto dell’imbarcazione. Dalle batterie, per esempio, oppure dal wc chimico. Si vedrà. Ieri l’avvocato Gabriele Satta, che assiste la famiglia Marchionni insieme al collega campano Maurizio Capozzo, ha incontrato per la prima volta i genitori del ragazzo. «Chiediamo che venga fatta chiarezza – commenta Satta –. Sono due i versanti da esplorare al più presto. Innanzitutto le cause della morte di Giovanni. Come seconda cosa, la sussistenza o meno di un rapporto di lavoro. Anche quest’ultimo un aspetto molto importante».
Le ultime ore. La Procura di Tempio – titolare del fascicolo la pm Milena Aucone – ha aperto un procedimento al momento contro ignoti. Come prima cosa – e sarà questo il passaggio decisivo – è stata disposta l’autopsia, che sarà eseguita dopodomani a Sassari dal medico legale Francesco Serra. Innanzitutto, insomma, sono da accertare le cause della morte del 21enne di Bacoli. Giovanni Marchionni, grande amante del mare, operaio in un cantiere nautico di Licola e fresco di patente nautica, si trovava in Gallura per un tour di un paio di settimane. Era a bordo di una imbarcazione di proprietà di una imprenditrice nautica campana, in Sardegna insieme alla sua famiglia e, forse, ad alcuni ospiti. Le ultime ore di Giovanni Marchionni sono ancora tutte da ricostruire nel dettaglio. Da quello che emerge, il giovane non avrebbe passato la serata di giovedì insieme ai proprietari. Sarebbe quindi andato a dormire da solo, nella più stretta cabina di prua, mentre tutti gli altri sarebbero tornati in barca alcune ore più tardi. Si parla anche di una ragazza che, giovedì sera, si sarebbe trovata insieme a Marchionni, per poi essersi allontanata dopo aver sentito un insolito odore all’interno o comunque vicino alla barca. Il corpo del giovane è stato trovato la mattina successiva, quindi venerdì, forse dai proprietari del motoscafo o forse da un operatore portuale. Anche questo un aspetto ancora da chiarire. Il medico legale, giunto sul posto, ha constatato il decesso, che sarebbe avvenuto quattro o cinque ore prima del ritrovamento, ed escluso i segni di violenza. Subito si è fatta largo l’ipotesi delle esalazioni provenienti dalla stessa imbarcazione. Le persone intervenute successivamente al molo 7 avrebbero infatti avvertito un odore particolarmente pungente. A Portisco, dopo il ritrovamento del corpo di Marchionni, sono corsi i poliziotti del commissariato di Olbia, ai quali sono state affidate le indagini, la capitaneria di porto e i vigili del fuoco con il nucleo batteriologico. La barca, su disposizione della Procura, è stata messa sotto sequestro.
Il lavoro. Già da venerdì mattina è apparsa poco chiara la posizione lavorativa del giovane. I proprietari della barca avrebbero subito specificato il fatto che Giovanni Marchionni fosse un loro ospite, che stesse insomma passando le vacanze insieme a loro perché amico del loro figlio. Diverse persone, però, e in particolare a Bacoli, sostengono invece che Marchionni non fosse a Portisco per una vacanza ma per lavoro, magari sulla base di un rapporto non regolarizzato. Marchionni, la sera di giovedì, potrebbe essere rimasto solo in barca proprio per controllare e presidiare il motoscafo. Anche questo un aspetto che i legali della famiglia chiedono che venga chiarito il prima possibile, soprattutto nel quadro delle eventuali responsabilità.
Le sirene. E del fatto che Marchionni stesse lavorando sembra essere abbastanza convito anche il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, che per il giorno dei funerali – ancora da fissare – proclamerà il lutto cittadino. È stato lui, ieri, a pubblicare il video del suono delle sirene nel porto di Bacoli. «Centinaia di barche hanno suonato in segno di lutto per il giovane bacolese morto in Sardegna – si legge nel post –. E per chiedere che venga fatta presto chiarezza sulle cause del decesso. Una tragedia che ha sconvolto tutti. Era su un grande yacht, per lavoro. Un ragazzo solare, amato da tanti. Un sognatore che amava il mare. Qui, al porto di Baia, un suono all’unisono per essere al fianco della famiglia. A tutela di un figlio di Bacoli che era in Sardegna per lavoro. È un suono all’unisono che sprona tutti a lavorare per la verità. Per Giovanni. Ti vogliamo bene».