La Nuova Sardegna

Palau I Ris di Cagliari sono tornati nella villa di Emanuele Ragnedda a Conca Entosa: è lì che Cinzia Pinna, come ha confessato l’imprenditore di 41anni, è stata uccisa con un colpo di pistola. L’uomo ha indicato ai carabinieri il luogo dove poi i militari avrebbero ritrovato il cadavere della 33enne di Castelsardo, che a Palau lavorava come cameriera in un hotel. La donna è stata uccisa nella notte tra l’11 e il 12 settembre, al termine di una serata iniziata in un locale di Palau. Ancora sconosciuto il movente: non si sa che cosa sia accaduto tra Cinzia Pinna e Ragnedda all’interno della villa, l’uomo ha ammesso di averla uccisa senza fornire alcun dettaglio in più.

Le tracce. Emanuele Ragnedda ha tentato di nascondere le tracce di sangue, ripulendo la stanza e lavando il pavimenti. Ha provato anche a smacchiare un divano. Ma il tentativo è stato inutile. Le tracce sono state rilevate dagli specialisti del Ris: sangue all’interno e all’esterno della villa, dove Ragnedda ha portato il cadavere per poi abbandonarlo in mezzo alla vegetazione. Oltre al sangue, nella casa sono state trovate bottiglie di vino semivuote e della polvere bianca. Gli inquirenti dovranno chiarire se si tratti di cocaina anche se sembrano esserci pochi dubbi.

Ragnedda ha fatto tutto da solo? Questo è un altro punto da chiarire. Emanuele Ragnedda è stato aiutato da qualcuno a occultare il cadavere di Cinzia Pinna? La persona inizialmente chiamata in causa dallo stesso imprenditore - un giardiniere originario di Milano –  è formalmente indagato dalla Procura di Tempio in attesa di chiarire la sua posizione. Domani 26 settembre è prevista l’udienza di convalida per Emanuele Ragnedda, detenuto nel carcere di Nuchis e assistito dall’avvocato Luca Montella.