Polemica sul nuovo lungomare senza fogne, l’ufficio tecnico: «I servizi ci sono, gli allacci a carico dei privati»
Oristano, i funzionari replicano alle accuse arrivate dalla commissione comunale all’Urbanistica
Oristano I funzionari escono dal fortino e passano al contrattacco cercando di rompere l’assedio in cui sono finiti due giorni fa. Il caso Torregrande, dopo quasi 48 ore di silenzio e un’interpellanza della minoranza che li coinvolge direttamente in maniera pesante, deflagra in tutta la sua stranezza.
La scintilla che ha provocato l’effluvio di prese di posizione e interventi pubblici di consiglieri, assessore e mondo politico in genere, è stato il sopralluogo della commissione consiliare ai Lavori pubblici convocata per verificare l’avanzamento dell’appalto per la riqualificazione del lungomare.
L’antefatto
Da martedì mattina, la notizia – data di fronte ai componenti della commissione dalla funzionaria dell’Ufficio tecnico, Sara Angius –, sul fatto che non siano presenti le predisposizioni degli allacci alla rete fognaria per i chioschi che già ci sono o per quelli futuri che il Piano di utilizzo dei litorali prevederà, è diventato l’argomento più dibattuto nelle stanze della politica e ha generato in città un flusso continuo di commenti a ogni articolo giornalistico pubblicato. Uniti come mai succede, tutti i gruppi consiliari senza distinzione di colore politico non avevano perso l’occasione per stigmatizzare quella che ritengono una grave carenza progettuale o comunque legata a mancati controlli sull’esecuzione dell’appalto. Le risposte date sul campo, molto sintetiche, non avevano chiarito i dubbi dei consiglieri comunali di maggioranza e minoranza. Una su tutte è quella legata al fatto che, nel caso in cui qualcuno dei titolari dei chioschi decida finalmente di disfarsi della fossa settica per fare l’allaccio alla condotta fognaria, si dovrebbe intervenire sfondando ciò che è già stato fatto ovvero quasi tre quarti di lavoro.
Fogne e allacci
Di fronte alla pioggia novembrina di critiche, arriva la risposta dei responsabili dell’Ufficio tecnico, l’ingegnere Alberto Soddu che guida il settore Lavori pubblici e manutenzioni e l’ingegnera Sara Angius responsabile del settore Sviluppo del territorio. La danno attraverso una comunicazione ufficiale dell’ufficio stampa del Comune che così esordisce: «I lavori sul lungomare di Torregrande sono stati realizzati secondo le buone norme di progettazione e tenendo conto del contesto edilizio esistente. Non sussiste alcun errore né di progettazione né di esecuzione dei lavori». Chiariscono quindi che la riqualificazione del lungomare di Torregrande è stata realizzata prevedendo i sottoservizi e quindi gli impianti idrici e fognari che sono di competenza pubblica, ma non gli allacci alle singole utenze che rimangono in carico ai privati: «L'asserita mancanza di sottoservizi è assolutamente priva di qualsiasi fondamento – sostengono i due dirigenti –. Il progetto approvato prevede infatti la realizzazione ex novo della rete delle acque bianche, della rete di illuminazione e dell’estensione della rete fognaria. Quello che non è previsto sono gli allacci fognari e idrici dei singoli edifici o chioschi, in quanto non costituiscono opere di urbanizzazione primaria. Si tratta di opere la cui esecuzione è in capo ai privati».
Spiegazione tecnica
Questa versione smentisce quindi quella dei cinque componenti della commissione consiliare, presieduta da Giuliano Uras e di cui facevano parte Giuseppe Carboni, Valeria Carta, Francesco Federico e Francesca Marchi, dell’assessore Gianfranco Licheri che ha assistito a sua volta al sopralluogo e di qualche cronista disinteressato o interessato solo a cogliere aspetti rilevanti sull’avanzamento dei lavori e non certo a ribaltare il significato delle dichiarazioni. Proseguendo nella replica i due ingegneri spiegano poi: «L’allaccio fognario o idrico è per definizione il collegamento della tubazione dall’edificio alla rete pubblica e pertanto la sua realizzazione può essere posta a carico dell’ente solo in particolari circostanze, costituendo in caso contrario danno erariale per l’ente. Il collegamento alla rete pubblica è assicurato dalla presenza della rete fognaria sul lungomare e appositamente prevista in progetto per consentire ai singoli di effettuare l’allaccio, senza dover eseguire opere di demolizione sul lungomare. È evidente pertanto che le affermazioni diffuse a mezzo stampa risultano del tutto infondate e prive di qualsiasi riscontro oggettivo».
Versione errata
Quindi l’attacco finale a chi ha riportato quella versione bollata come errata e quindi anche ai consiglieri di centrosinistra che all’indomani del sopralluogo hanno presentato l’interpellanza che chiamava pesantemente in causa i dirigenti: «È stata alimentata una vera e propria gogna mediatica che ha leso dignità professionale dei tecnici comunali, a causa di giudizi superficiali e privi di competenza tecnica – proseguono gli ingegneri Angius e Soddu –. Notizie come queste, prive di approfondimento e riscontro progettuale o comunque di verifica, generano disinformazione e screditano ingiustamente il lavoro di professionisti che quotidianamente operano con serietà e dedizione al servizio della collettività. La riunione della Commissione consiliare evidentemente non è stata sufficiente a chiarire i dubbi che legittimamente si potevano avere. Quella era una sede idonea a fornire le necessarie delucidazioni. Invece, è stata diffusa una versione strumentalizzata che stravolge la realtà dei fatti e produce un grave danno d’immagine per l’ente e i suoi dipendenti, tale da poter costituire materia per un’azione legale a tutela della reputazione dell’amministrazione e della sua struttura tecnica». Si attendono quindi passi in sede legale, dove sarà possibile cristallizzare una volta per tutte la verità e chiarire anche perché siano uscita a valanga ricostruzioni che i due dirigenti pubblicamente smentiscono.
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