La Nuova Sardegna

Oristano

Lo sport piange Sergio Crovi e Luca Moro

Lo sport piange Sergio Crovi e Luca Moro

ORISTANO. Oggi si gioca, ma la Oristano sportiva non ha il volto felice delle migliori giornate. Il risultato del campo non c’entra, perché a pesare sulle menti di tanti atleti e dirigenti c’è un...

15 marzo 2014
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ORISTANO. Oggi si gioca, ma la Oristano sportiva non ha il volto felice delle migliori giornate. Il risultato del campo non c’entra, perché a pesare sulle menti di tanti atleti e dirigenti c’è un doppio lutto che ha colpito il mondo dello sport, quello con la “S” maiuscola. Ieri in tanti hanno salutato Sergio Crovi, eroe della Tharros sia dal campo che dalla panchina. La morte di una delle figure più emblematiche dello sport cittadino ha richiamato nella chiesa di San Giuseppe tante di quelle persone che avevano accompagnato Sergio Crovi nell’avventura sportiva. Sia da compagni di squadra, sia da suoi giocatori, sia da semplici tifosi.

Ma Oristano da ieri piange un altro grande dello sport, forse meno conosciuto, ma solo perché aveva scelto una strada che l’aveva portato lontano dalla città di Eleonora e perché il mondo dei motori, per quanto gli avesse fatto fare una carriera fulminea e eccezionale, ha in città meno seguaci rispetto a quello del calcio. A Milano, dopo una breve malattia, il quarantenne Luca Moro, che si era trasferito diverso tempo fa in Olanda, ha cessato di vivere giovedì. Figlio di Piero, a sua volta ex allenatore della Tharros, aveva messo tutti in fila quando da ragazzino era diventato il numero uno del tennis sardo.

Ma il suo futuro da sportivo non sarebbe stato con le racchette e le palline. È al volante che ha mostrato di che pasta fosse fatto. Non un pilota qualsiasi, perché un pilota qualsiasi non siede a bordo di una Lola con un motore Lotus e non partecipa al campionato Fia-Lmp2. Ma soprattutto un pilota qualsiasi non siede su una vera Lotus per correre in quella categoria che evoca la gara delle gare. Luca Moro era riuscito due anni fa a partecipare alla Formula Le Mans, dopo i campionati Gt3. Un futuro brillante, nonostante non fosse più esattamente un novellino, lo attendeva nel magico mondo delle corse. Stavolta la bandiera a scacchi è arrivata troppo in fretta. (e.c.)

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