La Nuova Sardegna

Oristano

Bancarotta fraudolenta, cinque anni a Doddore

di Enrico Carta
Bancarotta fraudolenta, cinque anni a Doddore

Terralba, condanna per Salvatore Meloni legata al fallimento della Trasporti Alfa Era accusato di aver occultato due trattori, un muletto e un mezzo meccanico

06 dicembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





TERRALBA. Preoccupato com’era dalla questione della sorveglianza speciale, Doddore Meloni si era “scordato” di avere anche un processo per bancarotta fraudolenta da affrontare nello stesso giorno. Quello stesso gli è sovvenuto alla mente ieri pomeriggio, quando con un comunicato ha equiparato la condanna a cinque anni appena ricevuta a un regalo, l’ennesimo segnale di un tribunale che avrebbe così voluto punire la voglia di indipendenza della Sardegna e la figura di Doddore Meloni quale suo esponente di spicco.

In realtà, in tribunale si giudicavano dei reati e sebbene le tesi difensive cozzassero con quelle sostenute dal pubblico ministero Rossella Spano, che si era alternata al procuratore Andrea Padalino Morichini nella conduzione dell’inchiesta, alla fine l’accusa di bancarotta è stata ritenuta valida. Il collegio presieduto dal giudice Modestino Villani, giudici a latere Francesco Mameli e Enrica Marson, doveva esaminare la questione legata al fallimento della società Trasporti Alfa srl. Fatti vecchi di sette anni, perché la dichiarazione di fallimento è dell’ottobre del 2007.

In quel momento tutto passò in mano al curatore fallimentare che, nel fare la stima dei beni rimasti alla società, sarebbe stato tenuto all’oscuro della presenza di alcuni automezzi. Di due trattori, un muletto e una colonna per il carico dei container si erano perse le tracce e questo aveva ostacolato il suo lavoro.

La versione di Doddore Meloni, assistito dall’avvocato Cristina Puddu, è stata molto semplice. Al pubblico ministero che aveva sollecitato cinque anni di condanna, la difesa ha replicato che quei mezzi non erano stati segnalati semplicemente perché non funzionanti e lo stesso Doddore Meloni si era dimenticato della loro esistenza. Quei «catorci», per giunta, non si trovavano in Sardegna e andare a scoprire che forma e colore avessero sarebbe stato costosissimo. Insomma, non finirono nell’elenco dei beni a disposizione della società semplicemente perché inservibili, inutilizzabili e mai cercati dal curatore fallimentare. L’errore quindi non sarebbe stato di Doddore Meloni che però ha dovuto incassare ugualmente la condanna, bensì del consulente del tribunale.

La sua versione non ha convinto i giudici e la linea del pubblico ministero ha prevalso. Inutile dire che si andrà in appello, perché Doddore Meloni si ritiene un perseguitato, ma a differenza di Silvio Berlusconi non ha televisioni per difendersi dall’accanimento giudiziario che ha come obiettivo quello di intimidirlo nella sua lotta per l’indipendenza. Sono parole sue.

In Primo Piano
Sardegna

La giunta regionale blocca i nuovi impianti di energie rinnovabili, Alessandra Todde: «Stop al far west e alle speculazioni»

Cronaca

Lutto nel mondo del turismo, scompare a 57 anni Angela Scanu Mazzella

Le nostre iniziative