La Nuova Sardegna

Oristano

SANITà

La riforma della rete sanitaria Arru: aggiungiamo servizi

ORISTANO. La filosofia della riforma della rete ospedaliera regionale è aggiungere servizi, non toglierli. Non solo: il taglio dei posti letto negli ospedali periferici, visto come fumo negli occhi...

05 settembre 2015
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ORISTANO. La filosofia della riforma della rete ospedaliera regionale è aggiungere servizi, non toglierli. Non solo: il taglio dei posti letto negli ospedali periferici, visto come fumo negli occhi dai territori, serve per migliorare la qualità dell’offerta, delle prestazioni. Questo è andato a ripetere l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, che due giorni fa è stato a Ghilarza e ieri mattina a Oristano, dove ha incontrato i rappresentanti della Conferenza provinciale dei sindaci, presieduta dal primo cittadino di Bosa Luigi Matino. Per parlare subito di numeri: la riorganizzazione, ancora da discutere, prevede che la rete sanitaria di Oristano abbia 376 posti letto totali. Di questi 20 e 20 a Bosa e Ghilarza, i restanti al San Martino. «Riorganizzando il sistema sanitario avremo accesso a 250 milioni di premialità, necessari anche per migliorare strutture vecchie e superate», ha rimarcato Arru. Il punto è che i territori oppongono resistenza: così Ghilarza teme la chiusra del Delogu. Ma la questione è che i 50 posti letto che si perdono sono stati, in realtà, del tutto sottoutilizzati. E il pronto soccorso di quell’ospedale ha i numeri più bassi di tutta l’isola, in quanto ad accessi: 4510 all’anno. Ciò cui punta il riordino è organizzare attorno al presidio principale, ossia l’ospedale San Martino di Oristano, il fulcro dell’assistenza, ospedale di primo livello al quale far riferimento per le strutture di Ghilarza e Bosa. Dove inviare i professionisti della sanità, per garantire al meglio l’assistenza. Ma è il cambiamento culturale, il passaggio dal nome “ospedale” a quello più articolato in “stabilimento” sembra essere l’elemento più temuto. Cose se il concetto di assistenza sia indissolubilmente legato al termine “ospedale”. Confrontandosi con i sindaci sulla riforma della rete ospedaliera, Arru ha premesso che non ci sono fini ragionieristici ma l'esigenza di uniformare e assicurare l'assistenza sanitaria di qualità anche a quelle aree finora penalizzate. «La riorganizzazione va vista in stretta correlazione con la rete territoriale, la riforma della rete di emergenza urgenza e con il piano della prevenzione, già approvato e per cui si sono investiti 42 milioni. Se non si riorganizza il sistema, continueremo ad utilizzare l'ospedale in maniera inappropriata», ha continuato Arru. Che ha concluso: «Siamo per la condivisione di un percorso. Possiamo tenere conto della peculiarità della realtà dell'ospedale, ma ragioniamo tutti fotografando il presente e guardando al futuro, per recuperare la fiducia dei cittadini».(si.se.)

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